L’Orchestra Ululante bergamasca suona col sangue nel suo secondo album a colpi di rock, country, shoegaze e Tim Burton
“You’re listening to me all the time, and you’re listening to Thomas, and you’re listening to your father and you have to stop that. Listen to the music! Just play with the music! Okay? Just fucking play with the blood, Hai Lai!”
Le parole del Maestro Rodrigo de Sousa (Gael Garcia Bernal) di Mozart in the Jungle rimbombano nella testa ascoltando l’ultimo lavoro della Howling Orchestra. L'ululante band bergamasca preleva il sangue dei suoi cinque membri e lo usa per suonare e dare il titolo al suo ultimo album “Blood”, secondo disco del gruppo uscito a Febbraio 2024 per Goddess Recordings e registrato tra le alpi Orobie e quelle svizzere di Zurigo.
Un disco corale che riunisce le molteplici sensibilità del gruppo, nei suoi 10 pezzi Blood comprende elementi diversi che si alternano di traccia in traccia come globuli bianchi con quelli rossi.
Se il filo conduttore dell’album è essenzialmente Alt-rock, l’Orchestra digredisce con piacere tra 4/4 e 6/8, tra lo shoegaze di Tylenol ed il country di Stain Boy (musica su testo di Tim Burton, dal protagonista dell’omonimo cartone) passando però anche da pezzoni spaccaconcerto pop rock come Talkbreathing, che alza di tanto i BPM e l’intensità (dovremmo dire pressione?) di Blood poco dopo la metà dell’album e che decisamente vale la pena di vedere dal vivo, habitat naturale della band orobica.
I membri della Howling Orchestra hanno tanti anni di esperienza alle spalle e la loro qualità nel suonare bene viene valorizzata da un sound americano che privilegia la musica sul testo, o meglio li mette sullo stesso piano preferendo a volte le chitarre e a volte la voce a seconda del caso.
La presenza di vari stili che si mescolano è un valore aggiunto per il disco; in vista di un terzo album si potrebbe lavorare per trovare un sound ancora più identitario per il gruppo che riesca ad attingere ai vari generi di riferimento e ad amalgamarli in modo ancora meglio coeso e unico, magari restringendo un po’ il campo (due tracce verso la fine del disco si sarebbero potute tagliare senza grossi problemi) e ripartendo da pezzi come N4_B che coniugano i tratti migliori e più distintivi della band: ritmo accattivante in 6/8, voce superba alla Chris Cornell, melodia che ti ritorna in mente quando stai facendo tuttaltro e armonie ben arrangiate.
Ad ogni modo siamo fiduciosi sul fatto che qualsiasi cosa verrà dalla Howling Orchestra in futuro, sarà un buon lavoro. Del resto, sapete come si dice: buon sangue non mente.
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La recensione Blood di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-17 18:30:00
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