Se da qualche parte nel vostro cuore c’è ancora spazio per la dolcezza, prendetevi uno spazio di pausa e prestate ascolto ai Le Man Avec Les Lunettes. Zitti zitti, con gli occhi socchiusi e la mente rilassata. E lasciatevi riscaldare da una delle cose più adorabili ascoltate negli ultimi tempi. Di quelle che mandano gli spigoli delle labbra verso l’alto ed ingentiliscono una giornata intera. I ragazzi bresciani avevano già disegnato istanti di stupore nei nostri ascolti, con piccole apparizioni capaci di creare l’aspettativa che si dedica alle cose importanti. E dopo gli split, gli ep e le giornate passate all’estero per strimpellare nei palchi europei e collaborare con band straniere, eccoli cimentarsi sulla lunga distanza con un vero disco, che raccoglie materiale già sparpagliato in giro, sistemato e lucidato per l’occasione. E stavolta c’è davvero il rischio di innamorarsene. Certo, se cercate nuove mode ed innovativi trend setter, statene alla larga. Non sono catchy, non sono poser, non sono cool. Non sperimentano, non sono originali. Sono semplicemente di una bravura che lascia a bocca aperta. Giocano con il pop come fosse uno yo-yo e mettono insieme piccoli mondi incantevoli. Rubano praticamente tutte le canzoni ai Beatles e lo fanno con una disinvoltura ed una classe che si vede raramente anche all’estero. Gli anni sessanta e settanta rimodulati con una naturalezza stilistica fuori dal tempo, ma estremamente moderna ed attuale. Spensierati e lievemente malinconici, con un gusto sopraffino per la melodia e quella timidezza nel sovrapporre arrangiamenti quasi colti e filastrocche scanzonate. Molto vicini anche ai Flaming Lips, da cui sottraggono ghirigori psichedelici e surrealismo cantautorale. E quando il nervosismo sale, li trovi pure a frugare in certe stanze dei Supergrass. Insomma, America ed Inghilterra nelle loro manifestazioni pop più tradizionali, ma anche l’eleganza della Scandinavia contemporanea e dei suoi movimenti twee. E poi quella personalità tenera e sfrontata, di chi non affronta la musica con presunzione e non cerca risposte nell’infinito, preferendo essere felice piuttosto che avere la verità in tasca. Insomma, nessuna carta da decifrare, ma un linguaggio semplice, intimo e coinvolgente. Canzoni che si sciolgono in un romanticismo timido, rimbalzando tra ritornelli pimpanti e controcanti carezzevoli, con mille dettagli strumentali a muoversi sullo sfondo. Melodie che potrebbero ascoltare i bambini prima di addormentarsi, nonostante ci sia spazio anche per aperture di grande intensità e fisicità, con le chitarre ad alternare dissolvenze acustiche e vigore elettrico, intrecciandosi a fiati ed archi attorno a figure di piano e sintetizzatore. E anche quando il ritmo diventa più scuro e nervoso, gli ambienti restano comunque accoglienti ed amorevoli. Canzoni addirittura magniloquenti per la ricchezza di suoni, ma con il gusto minimale di un’interpretazione da cameretta. Manca forse una hit radiofonica, ma non importa. E’ pop di stampo internazionale. Credibile ed affascinante. Onesto e spontaneo. Bellissimo. Con un approccio trasversale ed una solidità di scrittura che molti dovrebbero prendere ad esempio. Meraviglioso soffio di speranza sulla capacità italiana di essere musicalmente esportabile, senza essere mascotte portafortuna, ma protagonista. Dobbiamo essere fieri di loro.
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La recensione Le Man Avec Les Lunettes? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-01-22 00:00:00
COMMENTI (13)
... e sabato suonano da noi!!!
[:
Un saluto ai LMALL, e complimenti per il disco...una delle cose piu belle di questo inizio 2007...
Io sono di parte, ma vorrei fare i complimenti pure al mister Zahr records....che piano piano sale sempre piu' di gradino...
vai Zok:P
Clap your hands and say yeah!
complimenti ai ragazzi: bravissimi. pota.:)
non vedo l'ora di averne una copia fra le mani.
zuxplus
Ce ne sono anche di non così grezzi, casso.
i soliti bresciani grezzi !
:]
pota! stiamo monopolizzando il 3D pota pota pota!
:]:[:]:[
E avanti... de chel diaol!
:]
ostie!
:]:]:]:]
iiiiiiiiiiiil bresia!