Chitarre sapienti su rovine di giorni passati
Ascoltare Piedi in acqua e non figurarsi di fronte aedi, giullari o trovatori cullati fra le mura di qualche corte nella Francia Occitanica è quanto meno improbabile.
Carmelo Pipitone si addossa sulle spalle il peso di una tradizione di poeti girovaghi, di solitudini itineranti, di fantasie ambulanti:di tutti e quindi di nessuno. Il cantautore lilibetano, già fondatore e chitarrista dei Marta sui Tubi, al terzo album da solista guarda al passato per riappropriarsi delle proprie origini. Volge lo sguardo sulla strada percorsa per tracciare l’ambientazione di racconti dal sapore amaro, cantati con il ghigno di chi, al riparo di ogni finzione, sa quanto possa ferire l’inopinabilità del reale.
Le chitarre, di un’intensità disarmante traspaiono disagio e rievocano movimenti dissociati, tracciano il percorso di testi al vetriolo, conditi dall’amarezza e dal fumo dei bracieri d’antagonismi, dell’imbarazzo e dalla schiuma alla bocca di umili alla corte del re.
Il re è nudo, ottava traccia dell’album, pare, seppur in buona compagnia il pezzo più riuscito e al contempo più legato alla storia del cantautore di Marsala. A posteriori, Piedi in acqua disco fa capire il ruolo di Pipitone nell’economia stilistica dei Marta sui Tubi: impronta che rimane riconoscibile seppur ridotta all’osso nella sua struttura melodica, lasciando spazio a un sardonico lirismo che colora le tracce di sdegno e lacrime salate.
Il terzo disco di Carmelo Pipitone, nella sua difficoltà, è un disco che non si lascia facilmente avvicinare e che necessita di un tempo consono d’incubazione: per chi ha pazienza, potrebbe essere un discone.
---
La recensione Piedi in acqua di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-08-13 18:51:27
COMMENTI