Sette tracce amatoriali, da ascoltare con indosso un bel camicione di flanella
SDA, il nuovo ed eponimo disco (anche se in forma di sigla) degli Sciroppo d'acero è un vero e proprio salto indietro nel tempo. Un rendez-vous di sound e atmosfere scosse dalla potente eco degli anni '90: l'inestinguibile decade dominata da camicie di flanella, Converse All-Star lerce, chitarre distorte e tanto, tantissimo disagio giovanile.
E la band originaria di Padova, che "pompa con orgoglio sin dal 1994", sembra proprio essere rimasta bloccata a quella data, nonostante lo scorrere del tempo. SDA racchiude infatti sette tracce che, poggiando su una solida base grunge, omaggiano fedelmente il sound di Seattle, pur con con qualche piccola incursione nell'alternative rock (Vite parallele) e nella spoken word (L'ordine del discorso).
Atmosfere un po' datate e che purtroppo risentono di una resa sonora non molto azzeccata, nella quale spesso il mixaggio degli strumenti risulta a tratti paludoso e poco definito: in una parola homemade.
Pur con qualche spunto interessante sparso qua e là nei suoi venti minuti, il nuovo disco degli Sciroppo d'acero risente di un'eccessiva amatorialità che sicuramente non aiuta a valorizzare una pletora di brani che, al di là della 90s nostalgia che si annida negli animi di molti di noi, non riescono a convincere fino in fondo.
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La recensione SDA 2022 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-16 16:45:00
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