Le città sono come giganteschi organismi fatti di strade, binari, palazzi e parchi che interagiscono tra loro con relazioni multiple di causa ed effetto, nei quali milioni di persone si muovo freneticamente come i tanti globuli rossi, globuli bianchi e piastrine che irrorano il nostro sistema circolatorio.
E Ritmi Urbani, il nuovo singolo dei Sudestrada cerca di essere la soundtrack di questa caotica rapsodia architettonica che nasce, cresce e si spegne nel giro di un giorno. A più di due anni di distanza dalle sperimentazioni del suo ultimo EP Radio Laleh, il duo romagnolo formato da Francesco Cinque e Lorenzo Ghetti ritorna con un pezzo in bilico tra la sua profonda matrice elettro-cantautorale e le primordiali atmosfere della musica etnica.
Una sensibilità, quella dedicata dai Sudestrada verso i ritmi umani più ancestrali, alimentata dalla collaborazione con Marco Zanotti, tra i massimi esponenti della afrobeat in Italia, che oltre alle percussioni ha curato anche l'arrangiamento del pezzo assieme a Riccardo Negrelli.
Ritmi Urbani racconta, tra foto scattate al Parco Güell di Barcellona e i volti sciupati dei passeggeri stipati tra i vagoni della metro B di Roma, quel senso di estraniamento e solitudine che spesso assale le persone che ogni giorno subiscono l'irrefrenabile frenesia delle grandi metropoli. Una voglia di cambiamento, di fuggire dalla giungla d'asfalto che si staglia sopra le nostre teste, "espressione di molteplici cataloghi di ipotesi che abbiamo fatto sulle nostre vite".
Con questo loro ultimo brano, i Sudestrada mescolano in maniera estremamente efficace sonorità in bilico tra l'etnicità ancestrale e l'elettronica contemporanea. Un'apparente dicotomia musicale suturata da un velo di introspezione lirica di chiara ispirazione cantautorale.
Ritmi urbani è una canzone che cristallizza le tante contraddizioni e sfaccettature che si nascondono tra i vicoli, i monumenti e le periferie delle grandi città. Luoghi caotici, colmi di armonie e contrasti, capaci di riflettere la sfaccettata natura umana, divisa tra solitario individualismo e collettiva pluralità.
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