Pezzopane Sembra ieri 2024 - Cantautoriale

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Sound che attinge a piene mani dagli anni '90 e i primi 2000 per un viaggio emozionale che ti prende e ti porta in giro nei luoghi di un passato vissuto e spesso rimpianto.

Sembra ieri è il nuovo lavoro di Pezzopane, artista abruzzese con tanta esperienza alle spalle.

Si tratta di una raccolta di dieci canzoni in stile indie pop all'italiana in cui si alternano ironia e nostalgia in un lavoro che, come tantissimi altri di questi tempi, inizia durante la pandemia, per poi vedere la luce, dopo una lenta maturazione.

Quasi un inno Fare gol, con tanto di sintetizzatori che pescano a piene mani dagli anni '90. Si presenta subito l'ironia e il piacere per la battuta, che rende tutto più leggero. AmoriAcrobatici con batteria elettronica e basso elettrico, in mezzo a keys e suoni elettronici, si muove come un perfetto singolo primaverile.

Si rallenta in Spogliati e anche il sound si asciuga con batteria e pianoforte elettrico nella prima strofa. Arrangiamento che si va riempiendo "a cipolla" con strati di accompagnamento che, raggiunto il massimo, torna a svuotarsi nelle strofe e via dicendo. Najoleari su un basso profondo e pulsante e una batteria da It pop dà avvio a un testo che si muove sul tema della malinconia, ricordi di università, leggerezza e voglia di cambiare il mondo senza cambiare se stessi, fino ad accorgersi che è esattamente il contrario: il mondo è rimasto lo stesso e noi siamo cambiati.

Sale si presenta super intima, una lettera profonda e ancora un pezzo di passato difficile da lasciare andare. Molto bello il testo, carico di descrizioni emozionali.
Astronauta si riallinea del tutto al sound generale del disco mentre Come un gatto sceglie un incastro ritmico più funky, dove viene fuori un core strumentale più acustico e suonato.

Stronzo è ancora un cambio di passo e di orizzonte, una canzone piaciona che potrebbe essere un singolo per la leggerezza del testo e l'intelligenza di un arrangiamento che, pur non essendo veloce, fa muovere il piedino. Valery sembra uscita dagli anni zero, un pop in bilico tra passato e futuro che però sembra non raggiungere a pieno nè l'uno nè l'altro, una canzone alla Daniele Groff. Si chiude con Milano, una sorta di America irraggiungibile finché non la raggiungi e ti accorgi che invece è Italia, come Palermo, come Napoli, come Roma, con il loro meglio ed il loro peggio di metropoli italiane.

In conclusione Sembra ieri è un disco molto piacevole da ascoltare nella misura in cui si voglia entrare in una dimensione di revival anni '90 e 2000 che a loro volta sono erano ciò che restava degli anni 80. Il rischio è proprio quello di ripiegarsi più volte su un'idea di suono che, per quanto caratteristica di un periodo storico che ritorna periodicamente, è datato e spesso più "emulato" che reale. Al netto di questa osservazione, l'ascolto risulta piacevole anche per la capacità dei testi di costruire immagini e delineare stati d'animo con grande ricchezza di particolari e contemporaneamente con semplicità.
La produzione artistica, così come missaggio e mastering sono onesti e restituiscono un prodotto che sembra funzionare bene riprodotto in qualsiasi device, dal più moderno al più classico. Un bel viaggio all'indietro nel tempo ma speriamo con la testa rivolta al futuro.

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La recensione Sembra ieri di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-27 12:54:43

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