Ripensamenti sul reggae sviluppano una valida commistione fra roots, rock e punk. I Mahout finalizzano un disco destinato a lasciare un segno.
Si chiude il cerchio attorno a una stagione creativa particolarmente prospera per Mahout: la band di Pinerolo pubblica "My heart is a stoner", disco licenziato da La Tempesta Dub su distribuzione Believe.
Dieci tracce che rimpolpano una tracklist dove le roots reggae vengono ripensate, in una commistione con rock e punk che sviluppa un valore aggiunto tanto per il genere quanto per la storia personale del gruppo. Negli snodi della proposta d'ascolto si ha la costante sensazione di incerto, e sale la curiosità in attesa di scoprire, ogni volta, cosa ci attende dopo l'ennesima curva. Le performance sono valide, come il lavoro in sede di post produzione che ha restituito enfasi e accenti a tutti i colori sonori che si intendeva condividere col fruitore.
In uno scenario che spesso si è appiattito sull'esercizio di stile mascherato da tributo alle origini, i Mahout si fanno apprezzare per essere ortodossi ma al tempo stesso sinceri, trasparenti nel voler mettere in discussione qualcosa che è sì storico e storicizzato, ma non per questo immutabile. Merito a "My hear is a stoner", una pubblicazione destinata a lasciare un segno (grande o piccolo che sia) nel panorama italiano, che certamente ne aveva bisogno.
A presto risentirci con nuova musica.
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La recensione My heart is a stoner di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-17 00:00:00
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