Una resistenza un po' naif, una resistenza fatta di amore ed arte, contro l'eco-ansia, contro la catastrofe ambientale incombente, è questo il nucleo alla base del nuovo pezzo di Fik y las Flores Molestas, Loophole, la cui copertina ricorda stranamente quella di un catalogo Ikea, ma è meglio non soffermarsi sull'estetica, anche se a volte l'occhio vuole pur la sua parte.
E ad essere naif è anche la resa di questo brano danzereccio, che schiva le paure con grande stile e simpatici accenni a una psichedelia indie che potrebbe spopolare oltreoceano. Si surfa alla grande, col vento nei capelli, dentro questo sound che ispira una strana e insolita presabbene catastrofista. Loophole suona a tratti come uno sfottò pacato e leggero, nei confronti di chi assiste inerme alla distruzione del pianeta.
E se dal punto di vista musicale l'esecuzione convince alla grande, precisa e funky come piace a molti negli ultimi anni, è proprio il testo ad incespicare. Le parole di Fik sono difficilmente equivocabili, trasportano un messaggio chiaro e condivisibile, ma si trovano incastrate un po' a fatica dentro una struttura a barre molto poco fluida per essere definita rap fino in fondo. Con una buona dose di labor limae Fik y las Flores Molestas possono diventare delle vere piante urticanti, deliziose per le orecchie e moralmente stuzzicanti.
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