La one man band udinese scolpisce un post punk troglodita, ossessivo e tagliente
Una demo che nel giro di una ventina di minuti riesce avere più di una faccia, nonostante sia tutto frutto di una testa, due mani e due piedi, quelli della one man band udinese I’m In.
In superficie, c’è il punk di Craxi, demenziale e gracchiante simpatico in tempi di ritorno del pop punk più pettinato e posticcio, ma poco di più; superata questa impressione, che si ripresenterà solo qua e là nel corso dell’ascolto (la precipitosa Money), in realtà il resto della tracklist è un distillato ostile di ritmiche ossessive, linee di basso taglienti, voci sguaiate e offuscate dagli effetti. Il punk di I’m In ha un carattere troglodita e primitivo, da caverna contemporanea, dove un gusto quasi tribale (Chest) si fonde con un’essenzialità post-punk da bassifondo urbano, non priva di una certa orecchiaiblità (Shy&Shine) per poi deflagrare in momenti a più alto tasso di adrenalina (Don’t Point).
I limiti compositivi ed esecutivi della dimensione in solo sono evidenti, a volte per la presenza di imprecisioni (Quite CityChest, Gulaschsuppe). Dietro questo ostacolo, però, si nasconde un ascolto potenzialmente interessante per chi ben digeriscel’ironia disillusa della no-wave e l’insistenza noise del post-hardcore, conditi da quella parodia di parodia di gusto che, in forme molto diverse, troviamo anche nel post-punk contemporaneo alla Viagra Boys (un po’ trogloditi anche loro). Le stesse limitazioni della formazione autarchica, allora, diventano parte di un’estetica ben definita, sicuramente sguaiata, ma con una sua poesia (lo stordimento languido del lento Day By Day) pronta per chi ha orecchie ben disposte.
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La recensione Demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-10-09 22:07:49
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