Sulla scia di Branduardi e oltre
È chiaro ed evidente che di fronte a un disco del genere il primo riferimento è quello ad Angelo Branduardi, al suo coté, ancora prima che musicale e stilistico, filosofico e ideale. Già perché Fabio Cinti, in questo disco ben realizzato, si impone un doppio obiettivo, come del resto egli stesso ha avuto modo di ribadire sia nelle interviste sia materiali di accompagnamento di questo lavoretto: omaggiare la lectio di Branduardi, giustappunto, e superarla o per meglio affiancarla.
Il mio intento è quello di far emergere questo aspetto affrancandole dalle personalità mia e di Branduardi e cercando nell’interpretazione pura (dove l’interprete è al servizio della canzone e non viceversa) proprio la poetica che sta nella scrittura, sia della musica che dei testi.
Ne viene fuori un lp che mi ha certamente convinto per la cura nei testi ed anche, a tratti, per la sua originalità espressiva, che non mi ha fatto quasi mai alzare il sopracciglio dicendo "Questo l'ho già sentito". Meno convincente invece è la parte degli dedicata agli arrangiamenti dove hai preferito maggiore coraggio in senso musicale pur apprezzando il grande rispetto con cui è stata trattata la materia. Tuttavia tracce come "Il dono del servo" e "La volpe" sono gran belle canzoni anche qui e nel complesso un simile disco ha il merito di onorare la musica sempre e comunque.
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La recensione Guardate com’è rossa la sua bocca di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-31 07:51:00
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