Rock melodico dal sapore vagamente epic, con un retrogusto nostalgico che colpirà le orecchie dei nostalgici del rock '90s.
La storia dei The Overness sembra essere abbastanza intricata. Dopo aver esordito nel 2012 con quattro singoli – tra i quali il qui presente The hard path –, la band passa attraverso un cambio di nome (da Denny V and Rising all’attuale The Overness) e una sequela di membri diversi per arrivare alla formazione attuale, al momento impegnata nella registrazione di nuovi brani.
Ascoltando The hard path si avvertono abbastanza chiaramente gli anni di questo brano – e non necessariamente in un senso negativo. Uscito ormai dodici anni, The hard path ha come punti di riferimento le sonorità del pop rock a cavallo tra fine anni Novanta e inizio Duemila: riff di chitarra profondi e melodici, che portano alla mente le atmosfere meditabonde e oscure dei The Cranberries più aspri – zona Zombie, per intenderci. Ad aggiungere un ulteriore tocco di epicità, il suono di un flauto che accompagna il brano per tutto il suo sviluppo, donando una ventata di drammaticità sinfonica che ricorda gli Evanescence.
Nonostante gli anni passati, The hard path non suona affatto fuori tempo massimo. Piuttosto, il risultato si rivela essere profondamente in linea con l’idea di rock mainstream in voga sul finire degli anni ’90, e costituisce una testimonianza di un certo modo di intendere il pop rock che ha gettato le basi per molta della musica che ascoltiamo oggi. Se i The Overness riusciranno a declinare ulteriormente tutto ciò in chiave contemporanea, avranno per le mani un album solido da cui poter ricominciare.
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La recensione The hard path di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-03-29 03:39:39
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