Un poema in dieci episodi sonori: questa la sintesi del nuovo disco firmato Monoscopes, le cui narrazioni diventano riflesso di un approccio creativo lontano dalle soluzioni di comodo
A ridosso dell'inizio dell'anno attuale, i Monoscopes tornano a farsi sentire con nuova musica: il più recente disco di inediti si intitola "Endcyclopedia", ed è licenziato lo scorso 26 gennaio da Big Black Car Records.
Dieci brani a disegnare una narrazione che sfugge dal mero approccio alla canzone per evolversi nella parabola epica di un poema: il viaggio del personaggio principale (e degli artisti) attraversa varie fasi con l'ascoltatore che ne fruisce alla finestra, incuriosito dall'avvicendarsi di scenari e di corrispondenti contesti sonori. Tra power pop, psichedelia e rock caleidoscopico, il cantato in lingua inglese restituisce una rapsodia che impatta il pubblico con la forza del movimento, delle tappe custodite negli snodi della tracklist, prima ancora del raggiungere il proscioglimento finale.
Dischi di questo tipo tengono alta l'asticella, fregandosene del presente e delle sue tendenze e consuetudini discografiche. Merito alla band veneta per aver proposto, con coraggio e lucida sicurezza verso i propri mezzi creativi, un long play espanso, articolato e organico in ogni sua concretizzazione sul pentagramma. L'auspicio è di non dover attendere troppo tempo prima degli ulteriori sviluppi, perché musica di questo tipo può interessare tutte e tutti, diventando mezzo di (ri)scoperta per un certo modo di fare le canzoni.
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La recensione Endcyclopedia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-30 13:00:04
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