Le sonorità lisergiche shoegaze e psych pop di Termination, quarto album dei Modern Stars, accompagnano un viaggio di smarrimento, ricerca di senso e assoluzione, tra le contraddizioni della tecnologia
A due anni di distanza dal precedente lavoro, i Modern Stars hanno rilasciato Termination, album la cui distribuzione in territorio europeo è stata affidata al Clostridium Record, casa discografica indipendente tedesca. Il lavoro, sette brani per trentacinque minuti totali, è uscito anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
L'originalità del lavoro passa principalmente dal concept. Termination è ispirato al problema della terminazione nella teoria dei computer, che consiste nel determinare, da una descrizione di un programma arbitrario e da un input, se il programma smetterà di funzionare, o se invece funzionerà per sempre. Tuttavia, non esistono algoritmi che possano risolverlo in maniera definitiva - e così è anche per la vita degli uomini. Perfino nei momenti in cui sembra che si riesca a decifrarne il disegno, l’imponderabile si manifesta nei minimi dettagli a sparigliare le carte - ed è proprio su questa imprevedibilità dell'esistenza, che si sviluppa l'album.
Dal punto di vista del sound, i Modern Stars, in Termination, compongono un album con tinte psych rock, dream pop e shoegaze. Come da imperativo di questi generi, è un disco con moltissime distorsioni sonore e pieno di riverbero, con la voce che appare come entità sognante e altra, più che narrante. È un lavoro che sicuramente prende spunto dagli Spaceman 3, a cui la band esplicitamente si rifà, seppur in chiave decisamente più rock – la dolcezza di Ode to street hassle o di Lord can you hear me è lontanissima da questo lavoro, ma gli elementi della produzione sono molto simili. Termination ricorda più da vicino progetti come Flying Saucer Attack, sviluppatisi quando lo shoegaze ha iniziato a contaminarsi con il rock negli anni duemila. In pezzi come Bartleby, dove subentra la voce di Barbara Margani, vengono perfino in mente certi scambi di Courtney Barnett e Kurt Vile in Lotta sea lice.
Questi suoni accompagnano, nei diversi pezzi, il viaggio di un uomo che perde fiducia nell’epoca dei computer, e cerca risposte nella religione e negli schemi razionali sociali prima di assolversi definitivamente.
Termination è un album organico, coeso e ben riuscito, dove la narrazione è affidata alla melodia e alla produzione, le parole sono uno sfondo. Un disco da riascoltare.
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La recensione Termination di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-04 13:13:00
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