Le creazioni sonore del compositore e pianista romano Fabio Armani permettono di vedere un intero film ancora prima che questo venga realizzato. Cerco di spiegarmi meglio. Le diciannove lunghe tracce di Obscure Lights - un'opera mastodontica composta da un doppio album per quasi 130 minuti totali di durata - creano mondi evocativi capaci di materializzare nella mente degli ascoltatori scene di lungometraggi, tensione, suspense, personaggi, ambientazioni e sensazioni vere e proprie (Edge of Oblivion).
D'alta parte l'autore, forte di una poderosa esperienza pluriennale sul campo, sa dirigere a menadito gli ingredienti della sua tavolozza "cinematica": c'è l'elettronica dei synth e dei sequencer ma c'è anche la classica dell'orchestra. All'occorrenza poi si aggiungono le corde di chitarre elettriche "atomiche", suonate da Luciano Masala e Piergiorgio Lucidi, come accade in Nuclear Pulse oppure il sax di Manuel Trabucco e il violino di Peter Voronov.
Al contempo intanto - da anni - Fabio Armani si muove tra il pianoforte, le tastiere, i sintetizzatori, le batterie elettronica e le percussioni. Per tutte queste ragioni definire le sue composizioni semplicemente come colonne sonore potrebbe risultare davvero riduttivo. Il suo è più che altro un approccio totale che riserva alla musica, un'idea, una filosofia, un modo di vivere l'arte.
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