Afrobeat e derivati, più che un genere musicale, sono ormai, e forse soprattutto nelle uscite degli ultimi anni, un’ispirazione, un codice di modi in cui intendere il ritmo, le strutture compositive, alcune componenti melodiche, che riesce ciclicamente a trovare nuova linfa e forme più o meno ibridate ed innovative. Tra le tante incarnazioni viste soprattutto negli ultimi anni trova spazio anche quella di ‘Afro Mama’; un lavoro in cui il duo formato da Maurizio Marconi e Michele Rivari declina l’estetica musicale afro portando in qualche modo la lancetta un po’ più indietro, fino a prima delle ibridazioni contemporanee del nu jazz.
C’è una chiara ascendenza fusion e funk nell’impostazione del duo, in cui è ben evidente una formazione jazz e una certa passione per gli intrecci strumentali a base di suoni classici, con un gusto retro per synth, tastiere e componenti basse. L’elemento africano, ben evidente nelle intenzioni e in alcuni momenti chiave (l’opener), rimane in realtà spesso sottotraccia, per riemergere poi in una certa concezione della struttura musicale articolata sulla ripetizione.
Va detto che c’è molta distanza tra ‘Afro Mama’ e quello che passa oggi nella sfera del jazz di ispirazione africana; in realtà, questa divergenza mette al riparo la scrittura dei FIB da un certo rischio di forzatura che aleggia in alcune composizioni, dove forse un’insistenza maggiore su alcuni elementi distintivi dell’universo afro sarebbe facilmente scaduta nella pretestuosità, ma da cui il duo si salva quasi sempre in corner. Ci resta quindi un disco jazz/funk ben suonato, arrangiato ed eseguito con una cura notevole per una formazione a due, dove una buona varietà di influenze africane, elettroniche e ambient saprà sicuramente parlare ad un pubblico abituato a masticare suoni del genere, più che all’ascoltatore medio dell’afrobeat contemporaneo.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.