RockweilHertz Parla più Forte 2024 - Rock

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Duri, forti e rock, i RockweilHertz tornano con il singolo Parla più Forte, un invito ad alzare la voce e la testa contro i costrutti sociali scomodi e opprimenti

RockweilHertz: a prima vista penseresti ad una band tedesca e non sarebbe così sbagliato. Questo nome dal suono così duro e forte è il frutto di un gioco di parole tra rock, rottweiler e Hertz, vocaboli teutonici in effetti, che esprimono concetti di forza, potenza e intensità. Gli stessi concetti alla base del sound degli abruzzesi RockweilHertz: Enrico di Carlo (voce), Mirko Teti (chitarra), Nicola Attimonelli (basso) e Andrea Cicchetti (batteria).

Vista la genesi del nome della band, ancor più possiamo essere sicuri di cosa andremo ad ascoltare una volta messo in play Parla più Forte: ultimo singolo del quartetto. Un concentrato di quel rock pesante, made in U.S.A., uscito tra la fine degli anni 80 e la metà dei 90. Un ottimo mix di hard, metal e grunge che trova la propria somma perfetta in gruppi come Alice in Chains e Soundgarden. Band fortemente legate al mondo heavy, ma in cui l'elemento vocale, così come nei RockweilHertz, è ben lontano dai puliti cristallini degli 80s, preferendo a questi sporcature, attacchi di gola e grattati.

Parla più Forte è un invito ad alzare la voce, a ribellarsi alle situazioni che ci fanno abbassare il tono e la testa. "Parla più forte, hai un tono sommesso", così si aprono i versi delle strofe a cui seguono di volta in volta varie fotografie di condizioni opprimenti, che fanno abbassare la voce. I sogni che bisogna lasciare nel cassetto, la vita passata solo a lavorare e dormire, le relazioni chiuse nei dogmi sociali: questi i temi contro cui il brano si scaglia, facendosi portavoce di una critica ai costrutti della società. Costrutti contro cui bisogna, appunto, parlare più forte.

La canzone cresce di verso in verso fino a lanciare il ritornello. Qui, alla ritmica quasi da marcia della strofa si contrappongono lunghi accordi di chitarra supportati da una batteria spinta più in avanti. Il tutto dona un effetto di apertura, quasi di sollievo. Uno scenario sonoro su cui poggiano le parole di Mirko Teti, altrettanto aperte e liberatorie: "Sono qui, fragile anima, ad aspettare in silenzio ciò che non hai più detto". È l'invito a parlare (più forte, ovviamente) con la consapevolezza che di fronte si ha un interlocutore pronto all'ascolto.

Il compito di chiudere il brano è affidato alla chitarra che ci regala un assolo che rispecchia appieno le aspettative create fin dall'inzio, sia per il genere, sia per la potenza di Parla più Forte. Un solo che porta alla mente nomi di grandi chitarristi del mondo hard americano, in particolare Dimebag Darrell e Zakk Wylde. Mirko Teti, infatti, sforna sequenze di note plettrate ad alta velocità, intervallate da bending violenti con vibrati forti che spezzano il ritmo dell'assolo tra un fraseggio e l'altro.

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La recensione Parla più Forte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-03-28 10:11:00

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