Un folle volo che, partendo dal jazz, atterra tra gli acidi e ipnotici panorami della EDM
Totem è il titolo del primo disco dei Mefisto Brass, band nata a Milano nel 2019 e formata da Giacomo Bertazzoni (sax tenore), Lorenzo Faraò (sax baritono), Niccolò Pozzi (susafono), Fabio Danusso (rullante) e Davide Turolla (grancassa). Un'ensemble di strumenti che, di primo acchito, ricorda quella delle piccole orchestre e ragtime band che animavano le strade di New Orleans agli inizi del '900, quando il jazz era ancora agli albori.
E invece il quintetto meneghino, pur conservando qualche timido accenno alle sonorità tipiche di questo genere ormai ultracentenario, ha deciso di immergersi anima e corpo nei molteplici e ben più lisergici panorami della musica elettronica. Totem si compone infatti di otto tracce che seguono il solco tracciato dal gruppo in Amhardcore, il suo EP d'esordio, sgrezzandone il sound già di per se interessante, attraverso un lavoro di cesello nella produzione in studio, grazie all'impiego ancora più esteso di campionatori, drum machine e delay applicati a tutti i loro strumenti.
Un mix in grado di unire l'analogica spontaneità di un'esibizione live (vero e proprio ambiente naturale dei Mefisto Brass) e l'ipnotico e sfaccettato mondo della musica digitale. Il risultato di tutto questo è un'ottavina di brani ibridi, con sassofoni ultra-effettati che si sciolgono in acidi ritmi hardcore e jumpstyle (FANTASMI), parentesi ska che confluiscono in lisergiche cavalcate psy-trance (MASSIVE MOTH), swing jazz a là Benny Goodman reduce da una "sciacquata di panni" nell'EDM (CREVALCORE) ed echi di gypsy music che si riverberano tra le gole di panorami alternative dance (CORVO NERO). C'è spazio persino per una scatenata e polkeggiante cover di SATISFACTION, celebre (e tamarrissimo) pezzone di Benny Benassi, capace di invogliare chiunque a buttarsi in pista e ballare il kazachok fino allo svenimento.
Totem, grazie alla vera e propria orgia sonora che si protrae per i suoi 40 minuti abbondanti, è un album capace di accalappiare l'attenzione di chiunque decida di ascoltarlo dall'inizio alla fine. Un lavoro frutto dell'originalità di cinque artisti che, nonostante gli spazi limitati di uno studio di registrazione, sono stati in grado di unire l'ipnotica trivialità della musica dance con la viscerale naturalezza di un concerto dal vivo.
Un ambiente, quello del live, nel quale i Mefisto Brass useranno sicuramente i brani di questo loro primo, eccellente disco, come canovacci di lunghe, lunghissime jam simili a quelle dei rave, dei club o dei festival di musica elettronica ma suonate con strumenti "classici". E noi non vediamo l'ora di ammirare questo folle ma bellissimo esperimento sotto un qualche palco in giro per l'Italia.
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La recensione Totem di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-08-20 09:28:49
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