Arriva finalmente l'esordio lungo di Amado, Riviera Airlines, dopo la manciata di singoli che hanno cominciato a farlo conoscere dal 2021. Il cantautore di Ventimiglia esce con 25 minuti di musica salmastra, serena, girovagante tra luoghi fisici ed interiori riuscendo a rimanere leggero anche negli episodi più emotivi del disco (Babbo) e indovinando pezzi che ci mettono pochissimo a farsi canticchiare, come Dalmazia o BRIZZI, secondo singolo ad anticipare l'album alla fine del 2023.
La scrittura è figlia indiscussa di gruppi come i Canova, ma la produzione di Narduccey (collaboratore di artisti come Alfa e Alex Wyse) amplia il discorso applicando soluzioni che spaziano da un indie/bedroom pop uscito dalla camera direzione spiaggia ad arrangiamenti di fiati e synth che possiamo aver sentito dal Lucio Dalla di fine anni '70 in poi. Ad arricchire il tutto troviamo ben tre featuring: Alberto Bazzoli (TD1C), MONIA (Rivoluzione) e Naesh (Marcello Cammi).
Riviera Airlines utilizza numerosi simboli dell'iconografia pop del passato, soprattutto in TD1C dove vengono chiamati in causa Mastroianni, la Signora in Giallo o il Crystalball; Marcello Cammi al contrario prende il proprio titolo da un artista sanremese degli anni '50. In entrambi i casi, e così per tutto l'album, è evidente la necessità di Amado di raccontarsi, talvolta entrando talmente tanto nello specifico di certi episodi personali da rendere complessa la comprensione di certi passaggi.
Nel suo abbondante comunicare, Amado non rifà mai le valigie: la Francia, Firenze, Bologna, Milano, Venezia, ed innumerevoli altri luoghi si traducono sempre in ricordi malinconici o riflessioni agrodolci che riassumono bene la linea del disco. Disco che lascia intravedere potenziale pop da grandi palchi, e non è da escludere un affondo ancora più deciso verso il mainstream che potrebbe, chissà, portare Amado su quel palco. In fondo, da Ventimiglia la strada non è lunga.
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