Ore 23:18. Stanchezza.
E, ancora a casa. Le vacanze già consumate. Le valigie da disfare.
Amarezza nei movimenti.
Sulla scivania, tra la posta, un
cd.
BANDA MINIMA, “"Temporale”, mentre il cielo, là fuori, si maschera di stelle.
La mia solita curiosità e il lettore pronto al rito. Play.
In piedi, in mezzo alla stanza, a rincorrere parole di lettere formali.
E devo sedermi.
Perché il suono, quel suono che diffonde lo stereo, pretende tutta la mia attenzione.
Scivola sulle quattro pareti in un incantevole gioco di nastri blu, grigi, azzurri, neri. Piacevole è il capogiro che fa chiudere gli occhi e mi avvolge nelle gradazioni del rosso.
Che intensità visiva hanno questi suoni.....Me li ritrovo nella mente come xilografie giapponesi del "mondo fluttuante", quelle del periodo Edo. La stessa eleganza, la stessa complessa essenzialità.
Riverberi da sol levante.
Ed è strano, perché questo cd non ha proprio nulla di orientale.
Banda Minima, due ragazzi dell'Aquila che accettano il temporale.
Spazio al sapore della vita.
"Io sono qui, ora ed ancora, io sono qui presente". La semplicità che mette in soggezione. Parole dall'ondeggiante “"Never Again” pezzo che apre questo promo che presenta 6 brani e 6 tracce di più recente composizione.
A colpirmi maggiormente, la capacità di questi due ragazzi di saper distribuire l'emozione, in tutta la sua potenza, in modo aggraziato.
La discrezione sonora e testuale, il loro incrocio perfetto, concede una commozione "elevata", nella sua accezione positiva.
Potrei dire pura, autentica.
Ed è proprio questo senso "del vero" che concilia l'abbandono.
Avvincente elettro-pop per "A volte si a volte no", dove un marcato ritornello a "marcetta" si contrappone al tono fluttuante del resto del pezzo, creando l'habitat naturale al concetto della volubilità emotiva, espresso dal testo.
Con “"Di tanto in tanto” scivoliamo nella malia del rapimento.
Una voce arcana guida sonorità sinuose.
“Nel tempo” invece, mi ricorda l'intensità di quella “Plancton” di Battiato, libera nei giri di corrente del visionario "Pollution".
E se nella visione vogliamo adagiarci, quando è la volta della baroccheggiante “Maramao è morto”, non posso non catapultarmi nelle solenni atmosfere de “L'ultima Tempesta” di Peter Greenaway.
Culliamoci ancora un po' nei sensi cinematografici perché 2 delle 3 registrazioni, nella seconda parte del cd, che riguardano semplici rumori del vissuto domestico, sembrano estratte da “La doppia vita di Veronica” di Kieslowski. La stessa magia dell'estranea intimità. Un cd completo. Suona come un progetto, come una sperimentazione per le sue caratteristiche "culturali".
Il brano che mi lega di più è “"Piombo piuma”. Compiuto, definito,
ben articolato, affascinante. Atmosfere darkeggianti alla “Cranes” dei fratelli Shaw.
"Come piuma pesante...." sussurra il testo.
Anche “Il mare” mi ha intrigato parecchio, soprattutto per l'effetto di accelerazione iniziale che sembra un difetto, come se uno spettro tenesse premuto il tasto "f.fwd" del lettore. Come spiegano i Banda Minima, invece, "un loro momento dada".
Un occhio alla confezione e, scusate se mi ripeto ma anche qui è il battito dell'essenzialità che signoreggia.
Foglio bianco, carattere dattilografico dall'asciutta impersonalità per il "banda minima" e "temporale". Poco sotto, l'inequivocabile codice di due impronte digitali, le loro. Segni dell'assoluto. Brividi mentali.
Se ci fossero le stelline da assegnare, be'....io darei il massimo.
E senza dubbio...."SUONALA ANCORA, SAM".
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.