Nostalgia di altri mondi, soprattutto sonori ma non solo. Potrei, anzi dovrei iniziare così la recensione di Nostalgia, un disco che mi è piaciuto proprio perché il suo titolo è anche la sensazione "che ti mette addosso". Questi suoni digitali, ora eterei e freddi ora carnali e caldi, sono il perfetto tramite per instillare in noi quel sentimento, al tempo stesso impalpabile e potente chiamato nostalgia. Prendete, per esempio, "Sand", la terza, bellissima, traccia. Qui c'è tutto, c'è il mistero che si dipana sotto ai nostri piedi e attorno alle nostre orecchie di un pianeta alieno, distante e sconosciuto, che però, in qualche misura, riecheggia in noi con la parola "casa".
Questo è un lavoro sperimentale, di musica elettronica e ambient, strumentale e "alto, lo avrete capito. Eppure il suo cuore è, almeno per me, semplice e immediato, lo si può cogliere come una mela succosa quando si va in montagna. "Cold", "Dreams" o "Shore" sono tracce perfette per un viaggio, un viaggio o da soli o in compagnia, non importa, ma è musica fatta per essere "attraversata" e, mi si perdoni il transitivo", "camminata". Una piccola gemma, per me, nel panorama della musica elettronica nostrana: senza voli pindarici ma con idee ferree e aeree.
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