Fiammiferi è un singolo che vuole e riesce ad essere tenero e romantico, integrando un’anima da classica canzone d’amore italiana con alcuni elementi contemporanei nel racconto di un amore che va svanito: figure poetiche tipiche dell’amore in musica insieme a slang contemporaneo e applicazioni per telefoni, un accompagnamento essenziale di chitarra acustica, archi e pianoforte dal sapore classico e accenni di bassi digitali nella produzione di Kaizen; e infine una vocalità contemporanea, eredità in parte di un certo cantautorato indie, che però imbrocca sentieri tradizionali nella melodia e nei controcanti del ritornello.
Nel bene e nel male, il brano di Zeep, cantautore sardo classe ‘93, è questo: non c’è molto di più e forse neanche sarebbe lecito aspettarsi, né probabilmente altro era dei desideri dell’autore. Esiste un pubblico per questo genere di canzoni, e non intendiamo in termini di mercato ma in termini di possibile empatia e connessione con il narrato del testo, che grazie a Fiammiferi potrà riconoscersi nella passione tenera e malinconica che abita i tre minuti tondi del brano. Per chi è al di fuori di questo target, probabilmente sarà difficile connettersi con Zeep, ma tutto sommato non è detto che ce ne sia bisogno.
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