Le chitarre stanno bene: il mix esplosivo degli Slow Rush colpisce ancora
2024 sarà pure l'anno segnato nel calendario, ma ascoltando gli Slow Rush sembra di vivere dei nuovi anni '90: grunge e hard rock si fondono nel secondo EP della band vicentina, Quiet Lies, Loud Talks, composto da cinque brani che ampliano il discorso cominciato con il precedente lavoro, FUCK IT! MISS ME! HATE ME! del 2023.
Sin dalla formazione nel 2020 la band formata da Eva, Yari, Daniel ed Enrico ha cercato la propria quadra dal punto di vista stilistico: mentre i primi singoli e l'EP d'esordio rimandavano immediatamente a sonorità ispirate da gruppi come Pearl Jam e Garbage, la novità di Quiet Lies, Loud Talks è l'introduzione di chitarroni hard che sprizzano influenze in orbita Guns 'n' Roses da tutti i pori.
La miscela tra due generi che storicamente si sono pestati i piedi è uno degli aspetti più interessanti di questo EP, ma gli Slow Rush sono capaci di farli convivere prendendo il meglio da entrambi per andare a segno con i momenti più convincenti di questo lavoro, Deadly London e Mary Jane!, due mine dotate di ritornello killer che faranno strage in mezzo al pogo.
In chiusura Body Galaxy si rivela una chicca di ballad che deve molto all'alternative dei primi anni '00, rendendo più eterogeneo un lavoro molto coerente e mai sottotono.
Uno dei più grandi pregi di Quiet Lies, Loud Talks è quello di farcene volere di più: in particolare, una maggiore maturità nella scrittura e più spinta nell'arrangiamento e nella produzione dei prossimi brani, che partono già da basi più che solide.
Ricercando il calendario noto che non c'è più. Mentre pensavo a come chiudere questa recensione, gli Slow Rush me l'hanno fatto a pezzi perché dicono che ci stavo rimuginando troppo. Hanno ragione.
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La recensione Quiet Lies, Loud Talks di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-03 12:44:00
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