L'esplosione di un mondo interiore caricato a molla dal mondo circostante, che scardina ogni tipo di paletto, compreso quello tra generi musicali.
La rabbia che ho dentro è il nuovissimo lavoro di Ændriu, già chitarrista dei Punkreas, che decide di lanciarsi in questo nuovo side-project già durante la pandemia, sprigionando il bisogno di aprirsi a nuove sonorità ed esperienze.
Si tratta di una raccolta di tredici canzoni che si muovono partendo dal punk per toccare l'hard rock, fino a raggiungere il metal.
Come sempre coraggiosa la scelta di scrivere in italiano con un'ottima vena compositiva e un'ispirazione che si mantiene ad alti livelli in tutte le tracce.
Io non voglio diventare come loro e Ombra sono due canzoni di durata radiofonica che, nonostante le sonorità spinte, potrebbero davvero funzionare in radio, anche per la scelta di utilizzare strumenti che mitigano la vena heavy, come la tromba di Stefano "Piri" Colosimo, ospite nella seconda delle due tracce.
Quello che non c'è mantiene alto il tasso di bpm e distorsioni ma permette a melodia ed armonia di distendersi con più agio e meno adrenalina.
La rabbia che ho dentro prende una deriva più punk, una comfort zone piacevole, dove cambiano anche il suono, il missaggio e l'attitudine strumentale.
La grande fuga per la prima volta nella tracklist supera i quattro minuti e, mantenendo intatta la potenza e il muro di suono, è un rallentamento dovuto non ad una frenata, ma semplicemente al rilascio di un acceleratore che è stato premuto a tavoletta per quattro canzoni, passate tutte d'un fiato. Bella la scelta di doppiare la linea melodica con le chitarre, rendendo le parole stesse riff irresistibili.
Ridicolo vede il missaggio arrotondarsi di nuovo, indicandoci il ritorno in territorio rock, per quanto estremo. Ancora grinta e un testo energetico che vuole volgere al positivo ogni evento di vita vissuta.
Non c'era una volta parte con voce e chitarra a cui subito si unisce il resto della banda e l'adrenalina continua a fluire da ogni colpo di grancassa, da ogni corda di chitarra, da ogni nota strappata di basso.
La ballata del ratto è il cambio di passo che non ti aspetti ma che le orecchie vogliono per resettarsi un attimo e abbandonarsi ad una ballata in cui il sound viene rivoltato quasi totalmente, portando in primo piano sonorità acustiche di chitarra così come di pianoforti ed hammond di un altro ospite illustre come Leonardo Sgavetti oltre che di violino, il super violino di Francesco Fry Moneti, direttamente dai Modena City Ramblers.
Idiosincrasia è il ritorno al graffio, all'estremo, al bisogno di sputare fuori per non marcire dentro.
La volta buona entra senza fretta nell'ascolto, ma è solo l'inizio di un'ulteriore tempesta di groove, un piccolo gioiello che dura il tempo di sentire il bisogno di riascoltarla prima di procedere con l'ascolto del resto della tracklist.
Zu viel è un altro cambio di missaggio e produzione, ancora una fuoriuscita dalla strada maestra per appesantire il sound e giocare con il raddoppio e dimezzamento del groove in un gioco a "scuotere" violentemente il tempo piegandolo a forma di un pensiero ben chiaro.
Ares è uno di quei brani (di gran lunga il più lungo del disco con i suoi oltre nove minuti) che ferma il tempo e che ogni descrizione depotenzierebbe. Il consiglio è di ascoltarlo godendosi la produzione, che rasenta la perfezione, e non affibbiandogli nessun significato certo, bensì lasciando sospeso il cervello, facendo correre a vuoto un po' il pensiero.
Si chiude con Poi torno, che si prende il suo tempo per rivelarsi essere una ballata acustica chitarra e voce che vuole essere un po' il sunto, il succo, il nocciolo di ciò che sta dietro l'intero disco.
In conclusione La rabbia che ho dentro è un mondo interiore che ad un certo punto, spinto da una forza sovrumana, esplode con un misto di rabbia, passione e disincanto e finisce dritto, quasi telecomandato, dentro il petto di chi vuole ascoltare. Una bomba sia riguardo al suono, che ai testi, fino alla produzione molto intelligente nel differenziare il sound più per generi che per narrazione. L'ascolto è adrenalinico con dei cambi di scena potenti e messi al punto giusto. Un piccolo gioiello da ascoltare più più e più volte.
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La recensione La rabbia che ho dentro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-18 17:33:54
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