Un breve exploit dei Bruise Violet – livido viola - che porta il nome di "Calliphora vicina", mosca necrofila che depone le uova nelle ferite accelerando così la decomposizione del corpo. Necessariamente acidi, fastidiosi, cattivi. Uno di quei gruppi che riempiono le serate di locali senza nome nei quali c’è una cantante che vomita e striscia tra il pubblico, e strapieni di birra mi mettono in soggezione e io penso "Ma da dove esce tutta quella voce?" Che và a sbattere su muri di potente grunge e rock e se non scuotete la testa vi si rizzano comunque i capelli. Magari mentre prendete un’altra birra, ma l’orecchio andrà ai Bruise Violet come una calamita perché la cantante ha un pathos pazzesco, che fa entrare nella violenza della sua voce, che da vampiro dark-elettroclash tramuta in diavolo rock. I sei pezzi sono fissi nei canoni di un grunge rock a carrellate new-wave strappato dalla vocalist di cui si intuiscono i movimenti i salti e gli sforzi vocali. Potrebbe essere un gruppo che credi di aver già sentito, omologato a ciò che il genere richiede, ma quando ascolto "Interview with the devil" intravedo uno scorcio che và oltre i generi suddetti, una commistione di noise e interiora, i toni sono specchiati, elettrici, sospensioni quasi cantautoriali, che rigettano in flussi satanicowave. Con quel sound di sole che scotta e brucia a un concerto estivo. Se volete un’iniezione di sangue alla testa è quello che fà per voi. Per quanto mi riguarda li cercherò nel Salento per farmi resuscitare dopo gli sbotti da concerti reggae.
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La recensione Calliphora Vicina di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-05-22 00:00:00
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