Una sofferenza immaginata diventa riflesso di trascorsi che lasciano il segno: Sihøn canta tutto ciò con una leggerezza che non coincide mai con la superficialità, e il suo terzo singolo si archivia quale proposta interessante
Terzo singolo, un filo fatto di continuità (evidente già dalle scelte degli artwork) che si alimenta per Sihøn: in piena primavera vede la luce "MaryJane", una canzone licenziata da 152 Records su distribuzione Artist First.
La proposta d'ascolto è di circa 180 secondi, tempi che ci permette di apprezzare con efficacia le sonorità pop a lento e inesorabile incedere, che danno colore e tratti vividi a una storia profonda e delicata. L'artista di stanza a Roma, infatti, tratteggia un racconto di abusi, di sofferenza e ricerca di una scappatoia: una storia che per sua ammissione è immaginata, ma i cui risvolti nascondono le increspature del vissuto, di trascorsi inquieti, messi alle spalle attraverso una via d'uscita. Questi binari paralleli rappresentano il nucleo pulsante del songwriting di "MaryJane", che viene metabolizzata dai timpani in modo agile, nonostante ogni parola abbia un certo peso specifico.
Non è facile cantare tematiche di questo tipo, ma Sihøn ha mostrato maturità e polso fermo per non travalicare mai determinati limiti: si archivia anche questa pubblicazione, e siamo convinti che sia giusto riporre fiducia in vista della musica che verrà. Auspicando un discorso più articolato, un disco dalla tracklist organica.
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La recensione MaryJane di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-19 00:00:00
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