icaro DOVE LA LUCE FINISCE 2024 - Cantautoriale, Pop

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Un viaggio interiore, una medicina per sé stessi ancora prima che per chi ascolta! Un buon primo capitolo da cui partire.

DOVE LA LUCE FINISCE è l'album d'esordio di icaro, nome d'arte di Roberto Forlani, artista romano nato nel 2000.

Si tratta di una raccolta di dieci brani anticipata da diversi singoli. Lo stile è pop contemporaneo con arrangiamenti essenziali dove i suoni di chitarre acustiche e pianoforti vengono circondati da suoni elettronici in un mix al passo coi tempi ma che non regala vette d'innovazione e ricerca.

Si parla di sentimenti, di vita vissuta, di amore, di nostalgia, di crescita interiore, che sono poi gli ingredienti di base per ogni musicista, le emozioni che appartengono ad ogni artista che decide di comunicare al pubblico ma ancora prima a se stesso. Proprio se stessi è il punto di riferimento di questi dieci brani, l'adolescenza che passa e la crescita, l'ingresso nel mondo adulto con tutti gli strattoni e gli strascini che questo porta.

Le prime tre tracce ora non ti riconosco, non andare via e parlami rappresentano un ottimo esempio di varietà pur restando nel panorama del pop contemporaneo all'italiana. Tre canzoni diverse tra loro che però riescono a comporre uno stile personale dove è la voce a svettare sulle poche invenzioni musicali presenti.

Difficile parlare di assonanze o echi di altri artisti, perché ci si ritroverebbe più che altro a citare nomi emergenti e contemporanei in un gioco di autoreferenzialità che non fa bene al genere, anche se d'altra parte è sintomo di poca varietà nel mare di un'offerta straripante.
Canzoni come non sei come me che sono la tipica richiesta di indipendenza artistica e stilistica oltre che di esperienze di vita, suona come altri mille pezzi di derivazione trap dove la connessione con l'interlocutore è chiusa, interrotta da un "tu non sei come me anche se fingi di capirmi" in un'unicità che è uguale per tutti.

Bella lasciami qui, con un incedere da ballata acustica così come dritto al cuore dove la voce può distendersi e rendersi più riconoscibile.
Da segnalare anche soli, dove ancora la voce esce fuori con un'ottima capacità empatica.

Ci sono alcuni appunti tecnici che vanno fatti e riguardano tutti la voce, protagonista indiscussa del disco: la pronuncia che si divide artificiosamente tra una pronuncia dialettica del nord contemporaneamente a quella reale, ma comunque accentuata romanesca, sono un ostacolo non tanto alla comprensione delle parole (che talvolta comunque risulta faticosa), ma all'emissione del fiato e del suono, cosa che cantando depotenzia le possibilità e le caratteristiche di una voce che, di base, suona già abbastanza bene.

In conclusione DOVE LA LUCE FINISCE è un album che suona bene, contiene canzoni tutte radio friendly già a partire dalla durata, ha un'omogeneità stilistica frutto di un buon lavoro di produzione ma vive di un difetto cronico nella produzione contemporanea: suona come migliaia di altri dischi, con temi che sono abusati e che sono il corredo di ogni primo (e non solo) lavoro discografico. Per questo motivo bisognerà aspettare il secondo capitolo per capire se ci sarà un'evoluzione e una personalizzazione dell'offerta artistica. Nel frattempo la stoffa c'è già tutta!

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La recensione DOVE LA LUCE FINISCE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-17 16:15:42

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