Siamo invitati all'esorcismo di Donïa Nö, tra electro-dark e suggestioni rock, al confine tra condanna e redenzione
Finché sono viva di Donïa Nö è l'invito a un rito. Primo EP per l'artista toscana di base a Roma, questi sette brani sono tormento e catarsi, sporcizia e purezza, luci e ombre di un culto che Donïa Nö ha organizzato in primis per sé stessa. «Un esorcismo collettivo e di sé» dalle tinte scure, electro-rock distorto e lugubre che appesantisce l'aria intorno e provoca un forte senso di claustrofobia, percezione evasa raramente in un disco che si presenta senz'altro coeso nelle sue varie componenti.
Musica e parole si fondono, l'una emergendo dalle altre e viceversa: il linguaggio è di fatto uno solo, grazie ad un bilanciamento tra i suoni di voce e strumenti gestito in maniera tale da creare un unico tessuto sonoro, un'onda viscosa che blocca e costringe ad immergersi nell'immaginario creato da Donïa Nö e da Ricky Eagle, produttore di questo EP.
Immaginario che attinge a piene mani da simboli ed elementi sia religiosi che pagani (le figure di Dio e della Trinità, i concetti di peccato e ascensione, le streghe, il rogo) per parlare di libertà, senso di colpa, il tutto filtrato da una lente di stampo femminista che offre chiavi di lettura che spaziano da una cupa ironia ("Un'altra strega è morta") ad una vera e propria resistenza e affermazione di un sé indipendente ("Da sola a casa a divertirmi un po' da sola / Da sola a casa a piangere un po' da sola").
Finché sono viva è una buona prova d'esordio per Donïa Nö, consapevole della narrazione che vuole fare propria e capace di trasportare l'ascoltatore dentro ad un mondo vivido. Può essere sicuramente affinata la metrica, ma questo EP ha un'idea talmente chiara di ciò che vuole essere (per quanto non immediato da assimilare) che rimane difficile parlare di sbavature formali. Avanti così.
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La recensione Finché sono viva di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-12 12:25:00
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