Una narrazione autentica e sincera che si sviluppa in un album coraggioso ma ancora da rifinire
In un panorama votato interamente ai singoli, se non direttamente al formato reel, Mmami ha tirato fuori, per la seconda volta di fila, un discreto coraggio. A circa un anno e di distanza dall’esordio ?, un corposo album di 14 tracce, il rapper lucchese si ripresenta con lo stesso numero di tracce in ’Aura.? Due album, nessun singolo ad anticipare o promuovere nessuno dei due, nessuna uscita in mezzo: lo dice nella sua bio, “il mio lavoro è fare album”, e si capisce perché.
Una dedizione che fa un certo effetto, se non altro pensando, senza esprimere giudizi sommari, alle centinaia di rapper che pianificano al dettaglio lanci e promozioni già da prima di caricare un minuto di musica sulle piattaforme. Va detto che forse quella del long play, per quanto oggettivamente controcorrente, sembra essere la dimensione giusta per Aur: dove chi punta sul singolo, anche quando realizza il lavoro sulla lunga distanza punta sulle banger o le ballad di lancio e infila un po’ di filler a fare tracklist e ascolti, Mmami non sembra avere dalla sua pezzi trainanti, né nel precedente esordio né in questo seguito, e punta a dare un quadro della sua poetica e della sua musicalità spalmato sull’intera scaletta, mantenendo un livello medio di scrittura senza troppi saliscendi.
Una scrittura autentica che è ,a dire il vero, tanto una scelta artistica coerente quanto un’arma a doppio taglio: il minutaggio rende l’ascolto piuttosto pesante in diversi punti, il lavoro di produzione, sound design e arrangiamento dei beat, che comunque ha una sua estetica e un suo fascino, alla lunga suona vagamente macchinoso e privo di carattere o spessore, fatto di suoni di batteria, sintetizzatori e voce abbastanza nella media. Un po’ un peccato, anche perché alcuni ritornelli sono ben costruite (Gocce, Se credi)e danno una potenziale spolverata di prodotto pop ad un lavoro che in generale (e non è detto che sia un male) ha una vibe piuttosto casereccia e DIY. D’altro canto, solo una scrittura così estensiva fa uscire fuori il carattere di Mami, che poi è l’elemento che tiene alto l’interesse fino alla fine del disco. Il rapper? Ha una discreta capacità di unire i luoghi comuni del genere (presentati anche in maniera un po’ grossolana, Tu mi conosci) ad un lavoro di introspezione molto più consapevole e sincero di quello che si sente nella media dei prodotti trap.
All’interno della narrazione di un vissuto con momenti di difficoltà oggettive e soggettive, c’è anche il coraggio di toccare punti che sono quasi tabù nella mitologia del genere. Parliamo ad esempio di (Baci e abbracci)i, che con molta franchezza e autenticità parla delle difficoltà del percorso musicale, degli insuccessi e del senso di portarlo avanti nonostante tutto, con una narrazione onesta e tridimensionale che va oltre la solita narrazione del successo o al massimo del “ce la stiamo facendo”. Un racconto che in ‘Aura’ trova tutta la dimensione per svilupparsi, ma che forse ha bisogno di essere ancora affinato meglio nell’esposizione.
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La recensione Aura di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-15 00:16:38
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