Border. Workers 2024 - Industrial, Elettronica

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Il duo ritorna con un brano politico, aggressivo e ballabile , tra techno e industrial

Workers è un pezzo dalla struttura semplice, tre minuti senza troppe sorprese, che punta tutto sul beat micidiale di Demi More e le declamazioni sardoniche di Erika Spada. Abbiamo sentito mille volte quell’arpeggio di bass synth metallico, quell’intreccio con il rumble di cassa e il rullante in due quarti, l’accento di chitarra distorta, ma sosteniamo spassionatamente questo è un suono che non stanca mai e prende facilmente il raver e il metallaro, il dark e il (cyber)punk, soprattutto quando è fatto con un po’ di cervello come questo nuovo singolo dei bolognesi Border.

Nel nervo ritmico c’è la techno con sfumature EBM e rifiniture da rave music contemporanea, nella costruzione dell’arrangiamento c’è la cazzimma dei Nine Inch Nails, nella conduzione vocale del brano c’è il trasporto visionario e carismaticodei manifesti post-punk. Serve a consegnare un testo che, a partire da stereotipi e frasi fatte su lavoro e migrazioni (del resto il nome del duo è abbastanza esplicito), se la prende con tutta la cultura lavorista e le gerarchie del lavoro.

I Border. non sono nuovi a brani dall’anima tutta politica, declinata, come in questo caso, con parole semplici e intuitive che tendenzialmente non riveleranno nuove chiavi di lettura, ma che forse neanche dovrebbero fare di più che riempire di senso e contenuto il ritmo e il tono emotivo della danza.

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La recensione Workers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-30 20:21:17

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