Il malanimo del cuore e la rabbia del cervello. Li vomita questo disco. E i risultati sono evidenti. La band sfodera una grinta imprevedibile e le atmosfere si fanno subito cupe. Indubbiamente sotto l’influsso di una certa new wave inglese dei primi anni ‘80. Immaginiamo di trovarci tra i fumi di una città industriale postmoderna… qual migliore colonna sonora. C’è qualcosa di meccanico, l’uomo che si ribella a quella che è la macchina moderna. E lo fa a colpi di musica, di chitarre, di lamenti. “Gasolio” è un buon pezzo che non sfigurerebbe in una scaletta di qualsiasi gruppo dark e post punk del periodo d’oro. Disco per palati fini.
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La recensione Odio stare in fila alle poste di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-03-07 00:00:00
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