Tartaglia Aneuro Dove voglio stare 2024 - Folk, Crossover, Patchanka

Disco della settimana Dove voglio stare precedente precedente

Dodici tracce di sfaccettata varietà artistica, capaci di viaggiare tra Napoli, il Mar Mediterraneo e il Sud America

"Napoli è mille colori", cantava qualche anno fa il mai abbastanza compianto Pino Daniele, uno dei figli prediletti di questa città. Il capoluogo campano è infatti uno dei territori del nostro Paese nei quali il passaggio dell'umanità si è fatto sentire maggiormente. Una serie infinita di dominazioni, conflitti e relazioni capaci di rendere Partenope un vero e proprio melting-pot di suoni, profumi e tradizioni che, nel corso dei secoli, l'hanno resa uno dei più importanti poli culturali d'Italia non solo.

Ed è proprio la vibrante vitalità che da sempre scorre all'ombra del Maschio Angioino e nei vicoli dei Quartieri Spagnoli la pietra d'angolo sulla quale si poggia Dove voglio stare, il nuovo disco dei Tartaglia Aneuro, progetto musicale nato nel 2012 per volere di Andrea Tartaglia, cantante originario dei Campi Flegrei. Un vero e proprio collettivo artistico, che oltre allo stesso tartaglia comprende il chitarrista Paolo Cotrone, il bassista Mattia Cusano, il percussionista Salvio La Rocca e il batterista Federico Palomba.

Il disco si compone di dodici tracce che, partendo da solide radici che affondano nel cuore della tradizione musicale partenopea, salpano dal porto di Napoli e, dopo un lungo peregrinare tra i flutti del Mar Mediterraneo, si lasciano alle spalle lo stretto di Gibilterra puntando dritto verso il continente americano.

Nei quaranta minuti scarsi attraverso i quali Dove voglio stare si snoda, ci si imbatte infatti in eclettici mix tra musica pop e tamurriata campana (Sent'ancora), giocose ballate spagnoleggianti intrise di patchanka (Fiesta), invettive ambientaliste a metà strada tra il reggae e la cumbia (Pale eoliche) e pezzi in cui la urban contaminata da timidi echi di drum n bass si fonde senza soluzione di continuità col dialetto napoletano (Nun ammalà ll'ammore).

Un eterogenietà compositiva che ha come motore trainante il poliglottismo artistico di Tartaglia che, con estrema disinvoltura, canta in italiano, spagnolo, inglese e vernacolo partenopeo. Calembour linguistici sostenuti da un tappeto strumentale davvero degno di nota, frutto dell'esperienza di musicisti che, è il caso di dirlo, parlano con la musica dandole del "tu".

Dove voglio stare è un disco di sfaccettata e caleidoscopica varietà artistica. Un lavoro che si fa specchio di quella Napoli che, proprio nella contaminazione tra popoli e culture differenti, trova uno dei suoi massimi motivi di vanto. L'ennesima dimostrazione di come, oggi più che mai, per fare brani di qualità bisogna scardinare quel sistema di compartimenti stagni chiamati "generi musicali". Una lezione che i Tartaglia Aneuro sembrano aver imparato alla grande.

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La recensione Dove voglio stare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-22 16:20:00

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