Sarcasmo, heavy metal e gattini. Un trittico all'apparenza assurdo ma che, nei fatti, funziona da Dio
Per descrivere la musica di ETTA si potrebbe prendere come esempio Aggretsuko, serie anime giapponese che narra le avventure di una timida panda rossa umanoide che, insoddisfatta del suo lavoro d’ufficio, nel tempo libero sfoga le proprie frustrazioni cantando a squarciagola canzoni death metal nel suo karaoke bar preferito.
Ascoltare per la prima volta Scemi e Contenti, il disco d'esordio della cantante casertana, è un po' come coccolare un tenero gattino che fa le fusa mentre da uno stereo vengono sparati a palla i Meshuggah. ETTA, nonostante abbia una voce perfetta (sulla carta) per la musica pop, alza con questo suo nuovo disco un gigantesco dito medio contro qualsiasi tipo di melodia mainstream, gettandosi tra le braccia di sonorità decisamente più abrasive, vicine all'hard rock e al metal.
In molti diranno che questo tipo di formula viene offerta già da qualche anno dalle giapponesi Babymetal. Ed è proprio qui che casca l'asino. Perché ETTA, a differenza del trio j-pop nipponico, riesce infatti a inserire nelle sue canzoni contenuti ben più profondi rispetto al racconto di feste con amici o di quanto sia buono il cioccolato (sì, avete letto bene).
Dalle difficoltà che molti hanno nel relazionarsi con il mondo esterno, usando come metafora Jason Voorhees di Venerdì 13 (Nervous) all'importanza di prendersi cura della propria salute mentale (Britney), passando per l'intrinseca crudeltà dell'uomo verso tutto ciò che lo circonda (Humanity) e i pregiudizi falsamente "bacchettoni" attorno al mondo del sex working (Pornostar), l'artista campana tocca con ironico sarcasmo tematiche attualissime, tutt'altro che scontate.
Un viaggio nel nostro complesso e mesto presente, affrontato da ETTA in compagnia di artisti del calibro di Vipra (Scemi e contenti), Bunna degli Africa Unite (Never) e persino Edoardo Bennato, nella cover di un suo pezzo datato 1987 (Chi beve, chi beve), reduce da una jam session fatta in compagnia dei Limp Bizkit.
Come una ragazza che, ribellandosi alle nozze combinate dalla propria famiglia con la musica pop, decide di scappare con l'amante metallaro all'Hellfest a bordo di una Harley Davidson, l'artista casertana urla, sbraita e canta su strumentali costruite attorno a riff di chitarre downtuned, drop pesanti come un'incudine zincata e monolitici groove di batteria. Un impasto armonico, offerto dalle sapienti mani del producer V_Rus, capace di destreggiarsi con grande naturalezza tra l'hard rock degli Offspring, il nu metal dei Deftones e il metalcore à la Bring Me The Horizon.
Scemi e contenti è un disco che di certo non passa inosservato, frutto del percorso di un'artista che, dopo un esordio vicino alla musica urban e all'hip-hop (P.O.P.) ha deciso di virare verso un sound diametralmente opposto. Un cambio di rotta coraggioso, specchio della forte volontà di ETTA di uscire dagli schemi della musica da classifica e offrire un mix di testi sarcastici, heavy metal e gattini talmente freak da funzionare alla grande.
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La recensione Scemi e Contenti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-05 12:26:59
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