Alfonso Cheng Finferland 2024 - Lo-Fi, Shoegaze, Hyperpop

Finferland precedente precedente

La poesia cazzona di Alfonso Cheng è come ascoltare la voce del tuo miglior amico: a volte dice cose strane, ma come ti capisce lui...

Penso che un lavoro così REAL e Originale non si senta oggi in Italia, un sound lofi così non so se lo fate anche voi che siete abituati ai mix e mastering che suonano “bene”.

E già verrebbe da rispondere "e sti cazzi Alfo'?", che non sarebbe sbagliato di per sé. Ma Alfonso Cheng, musicista classe 1990 di Nocera Inferiore (informazione rilevante, ci arriveremo), ha effettivamente fatto un album schietto e freschissimo, e ogni onesto cittadino sarà costretto a riconoscerglielo, nonché a perdonare la sbruffonaggine dell'affermazione riportata sopra, estratta dalla presentazione di Finferland, il nuovo disco di Alfonso, scritta da lui stesso sul suo profilo Instagram.

 15 pezzi perché "i dischi corti ci hanno rotto il cazzo", che più che un album compongono un mixtape che raccoglie la produzione di Cheng tra il 2022 e il 2023, dando un seguito al suo esordio del 2022, Buvari 1990, registrato durante il primo lockdown. In Finferland (parola che deriva dal termine napoletano "o'nfinfero", bellimbusto bugiardo) parliamo di un miscuglio matto di hyperpop, lo-fi, shoegaze, synthwave, che non suona mai posticcio né caricaturale: equilibrio perfetto tra i vari elementi di ogni pezzo, compresi i numerosissimi featuring (da Moci a Visconti, qui la lista completa) e l'alternarsi di diversi produttori per ogni brano.

Album ambientato in Campania e in particolare a Nocera Inferiore, dalla quale Alfonso Cheng ci racconta gli affari suoi, gli scazzi, le prese bene e le prese male, con un linguaggio e una poetica talmente storta da stabilire subito un contatto con chi ascolta. C'è qualcosa di profondo e intimamente condivisibile in versi come "Sono un braccio di Exodia ma falso" (Amore/Rumore), "E dai non fare la vecchia" (Nocera by Night), o "P**** dio tra poco è il tuo compleanno" (Edenlandia), e Finferland è pieno di momenti così che alla prima ti lasciano spiazzato, e poi ti conquistano. Il disco è un almanacco di citazioni da scovare, e musicalmente sono fortissime le influenze de I Cani dei primi due album, soprattutto nell'uso dei synth per trascinare il pezzo con temi accattivanti che canticchieremo in testa per giorni.

Ci vorrebbero altri 3000 caratteri per rendere giustizia a Finferland e approfondire le poesie sghembe e un po' rozze di Alfonso Cheng, e questi caratteri al momento non ce li ho. Posso solo ribadire che questo disco è una raccolta di canzoni pazzesche e che ad ascoltarlo e riascoltarlo scoprirete nuovi strati, livelli nascosti da superare per poterne godere ancora.

---
La recensione Finferland di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-13 23:41:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia