C’è da dire che i booklet scelti da Pasquale De Fina per i suoi dischi sono decisamente molto espressivi: se, infatti, il taglio minimalista usato in quello del precedente album, sintetizzava al meglio l’algida bellezza dei contenuti musicali, anche in questo di “Tutti amano tutti” si può leggere un preciso manifesto di coordinate e velleità.
I colori retrò, gli sfondi floreali, ed un collage di immagini d’antan (riprese da riviste erotiche) sono, infatti, ottime espressioni del vibrante rock e degli affascinanti umori anni settanta delle nove canzoni proposte.
Canzoni che, allestite con testi penetranti (incentranti su riflessioni e sentimenti intimi) ed acute trame sonore (sviluppate su una combinazione tra basso, chitarra e batteria arricchita da ingerenze melodiche di sax, clarino o pianoforte), trasmettono un’intensità ed una passione rese palpabili in brani come “Salva il salvabile”, “Musica e macerie” e “Sono io” (cantata in duetto con Syria).
…il risultato è un lavoro davvero piacevole che conferma il talento di De Fina e evidenzia una raggiunta maturità espressiva, oltre ad allontanare quelle critiche (che personalmente non ho mai condiviso) che vedevano nel suo disco di debutto un debito troppo forte nei confronti di tematiche sonore tipiche degli Afterhours.
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