I Trillici sono la prova vivente che saper cazzeggiare con la musica è una dote per pochi.
Devo ammettere che in tanti anni di onorata carriera di ascolto musicale, questa è la prima volta che vedo il kebab di fine serata utilizzato come metafora per raccontare i propri disagi esistenziali. Devo quindi ringraziare I Trillici, trio sospeso tra Ferrara, Bologna e Modena (e forse Mantova, a sentir loro) per questa nuova epifania procuratami dal loro nuovo singolo, “Scafandro”.
Su I Trillici ci sarebbe probabilmente parecchio da dire, ma la verità è che bastano due minuti di ascolto per farsi un’idea abbastanza chiara. Vanno a prendere un’idea assolutamente scombinata e demodé, una sorta di connubio tra un indie rock british e cazzaro che potrebbe suonare come dei Libertines a cui non frega più molto e una sventagliata di emo stralunato e nonsense alla Dummo (non so a voi, ma a me rifugiarsi dentro uno scafandro non sembra poi così diverso dal nascondersi dietro ad una maschera da cane). Una roba che in questo 2024 sta in piedi a malapena, e proprio per questo suona tutto bellissimo.
A rendere il tutto ancora più ineccepibile è l’assoluta noncuranza con cui I Trillici passeggiano nel loro stato di grazia. La paura è che questo fragilissimo equilibrio di naturalissima incoscienza possa incrinarsi se qualcuno dovesse farglielo notare, se qualcuno dovesse spronarli a mettersi seriamente sulle cose che suonano. Quindi per il bene di tutti (il loro di continuare a suonare quel che vogliono, il nostro di continuare a goderne) facciamo finta di nulla, e continuiamo ad ascoltarci “Scafandro” a ripetizione.
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La recensione Scafandro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-25 02:13:31
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