Cercare di riflettere in maniera poetica ed evocativa il tortuoso processo che porta alla nascita di un nuovo brano. È questo lo scopo che Angelo Romano ha deciso di prefissarsi con Una Canzone, il suo ultimo singolo.
A poco più di un mese di distanza da La Noia, il cantautore palermitano torna con un brano che oltre ad anticipare l'album La repubblica del bilocale, in uscita il prossimo 21 giugno, racconta i momenti catartici vissuti da un artista nel cercare di innescare quella scintilla creativa dalla quale far scaturire l'idea per scrivere un nuovo pezzo. Una vera e propria meta-canzone fondata su odori, visioni, atmosfere e una strumentale eterea, dal sapore squisitamente cantautorale, dominata dallo strumming di una chitarra acustica e timidi echi di synth.
Un rilassante e riuscito tappeto sonoro che viene purtroppo macchiato dall'eccessiva teatralità presente in un cantato fin troppo sofferto ed evocativo. Come nel precedente singolo, Romano gorgheggia le strofe e il ritornello di Una canzone con un pathos eccedente, che a tratti sfiora la stonatura quasi "alcolica". Il mood con il quale l'artista siciliano ha deciso di approcciarsi al suo ultimo singolo, pur rappresentando una sua probabile cifra stilistica, non riesce infatti a convincere fino in fondo, risultando un forzato tentativo di discostarsi rispetto al classico "bel canto" italiano.
Probabilmente, con linee vocali meno anarchiche e più "tradizionali", Romano avrebbe dato al suo ultimo singolo quell'ulteriore spinta melodica in grado di rendere Una canzone un pezzo davvero efficace tanto a livello lirico quanto a livello sonoro. Attendiamo pazienti l'uscita del suo nuovo disco per avere una piacevole smentita.
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