La bossa di Ferdinando Primo sa farsi spazio senza essere invadente, tra vibrazioni acustiche e sfumature elettroniche
5 luglio 2021: l'Italia e il mondo intero dicono addio a Raffaella Carrà. Ferdinando Primo, cantautore ciociaro classe '96, come prima reazione sente di dover scrivere una canzone. È TUM PA TUM, "una dedica a tuttə lə artistə che mi hanno insegnato come rapportarmi alla musica", scrive lo stesso autore sui suoi canali social.
Un'italo-bossa che parte seguendo il manuale d'istruzione del genere cantautorale brasileiro per eccellenza, per poi essere gradualmente imbastardita da un beat dritto in 4/4 dalle reminiscenze trip-hop, che va e viene cambiando l'atmosfera del pezzo. Campioni audio della voce della stessa Carrà conferiscono al brano un'aura lo-fi, ma ogni apparente deviazione non sposta TUM PA TUM da binari coerenti e coesi fra di loro, ma anzi arricchiscono un'esperienza d'ascolto appagante e delicata.
Sto cercando una voce per dire la mia
Con gli occhi bassi di uno che non ha teoria
Ferdinando Primo, dopo aver nascosto nelle prime strofe i nomi degli artisti che lo hanno cresciuto ed educato (almeno musicalmente), mette a nudo la propria posizione di musicista e autore che si è fatto da sé, con l'umiltà di chi sa riconoscere i propri limiti ma anche con la giusta dose di ambizione: "il sogno di una folla che risponda al mio..." è il verso con cui si conclude TUM PA TUM, manifesto artistico e umano di un cantautore capace di colpirci dolcemente, senza slogan o furbesche scorciatoie.
---
La recensione TUM PA TUM di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-12 00:00:00
COMMENTI