Il baccano dei Tanz Akademie è il martedì grasso di un carnevale gotico, tra post-punk, marching bands e vampiri.
Si iscrisse per questa ragione alla più antica e prestigiosa accademia di danza, la Tanz Akademie di Friburgo…
Cominciamo così, con la voce fuori campo di Dario Argento, per la precisione da Suspiria. L'atmosfera di questo film è perfetta per entrare nel mondo dei Tanz Akademie: non solo per il nome, che sta passando di palco in palco e di bocca in bocca, in Italia e non; ma anche e soprattutto per descrivere il mood di Hullabaloo, il primo album della band piemontese, uscito lo scorso 26 aprile per Overdub Recordings.
L'attitudine dei sei ragazzi di Alba rientra in quel filone di progetti con il vizio della sperimentazione, come i Leatherette in Italia, o Shame e Black Country, New Road per fare due esempi affacciati oltremanica; inoltre è chiara l'influenza di band del passato come Beatles e Cure. Ciò che risulta difficile è restringere il campo attorno al loro sound, un mix di goth, post-punk, psichedelia, garage, tendenze art-rock ma anche tanti fiati da marching band. Hullabaloo suona proprio così, festoso come un funerale tipico di New Orleans, allegramente cupo come la colonna sonora di un carnevale gotico. Qui si incontrano e si alternano cori stanchi e spoken word, chitarre grigie e fiati scintillanti, pianoforti lugubri e ritmiche ora incalzanti e danzerecce, ora meccaniche.
Il titolo, traducibile alla larga come "baccano", riflette l'eccitazione e la vivacità che hanno messo i Tanz Akademie nel loro disco d'esordio, ma rappresenta anche la moltitudine di emozioni che si può nascondere dietro ad un sussulto, ad un grido, al suddetto baccano: gioia, sorpresa, paura, e con loro un ampio spettro di sensazioni e sentimenti umani. Hullabaloo è infatti un mosaico di temi e motivi, "un viaggio alla ricerca della luce, soprattutto attraverso il buio" dove la riflessione su temi esistenziali come il rapporto tra vita e morte, i legami familiari e la giovinezza si riflette nella musica, e viceversa.
L'intensità di ogni emozione è il filo conduttore di un disco senza l'ambizione del concept album, che parte a bomba con tre pezzi frenetici e febbricitanti (i due singoli The Vampire e The Ghost, seguiti da Trst) e si ferma per riprendere fiato con Tomorrow, prima di ripartire con The Wake e fermarsi ancora con la strumentale Geisterwalzer, letteralmente "il walzer dei fantasmi", poco meno di due minuti di pianoforte e basso spettrali, sotto i quali si sentono brusii e rumori, inquietanti eppure familiari. Special Town, il pezzo seguente, tratta il tema della salute mentale trasportandoci in un clima allucinato e claustrofobico, e l'intero album continua tra pause e ripartenze, alternando le proprie dinamiche così da tenere alta l'attenzione, e riuscendo a rimanere imprevedibile fino alla fine.
Hullabaloo è un disco nitido nelle proprie intenzioni e maturo nella realizzazione, rendendo giustizia alla lunga gestazione che lo ha preceduto. Piacerebbe anche a Dario Argento, andrà convinto ad ascoltarlo.
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La recensione HULLABALOO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-19 14:53:00
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