Una guida alla riscoperta dei quattro educatori sentimentali dei Radiodervish, per raccontare il genocidio e la distruzione che affliggono, oggi, il Mediterraneo
Nel loro nuovo EP Cuore meridiano, i Radiodervish hanno riarrangiato cinque canzoni “contro le guerre e i genocidi del presente”. Il duo formato da Michele Lobaccaro, pugliese, e Nabil Salameh, palestinese – già insieme negli Al Darawish – si formò nel 1998, anno in cui vinse il Premio Ciampi come miglior debutto discografico dell’anno. Da lì in poi, è seguita una ricca e prolifica carriera, alla ricerca delle radici musicali del Mediterraneo. “Dar wish”, in persiano, significa “visitatori di porte”: fedeli al proprio nome, i due musicisti hanno raccontato, negli anni, storie di confine, di contaminazione, di mare, affermandosi come una realtà imprescindibile nel mondo della world music.
Nei cinque brani di Cuore meridiano, quattro cover e una auto-cover, i Radiodervish hanno scelto di omaggiare quattro autori del Mediteranneo che hanno segnato le tappe della loro vita – i loro “educatori sentimentali”. Questi cantori hanno raccontato un Mediteranneo più sensibile, interconnesso, fatto di condivisione ed empatia, e non di tragedia e genocidio. La scelta dei brani certo non è casuale, anzi, è accuratamente studiata per porre l’accento su questioni che oggi non si possono ignorare – perché arriva un momento in cui imporsi e mobilitarsi per fermare certi orrori è più che un dovere morale, e diventa è una prerogativa dell’essere umano.
Il primo brano contenuto nell’EP è Luglio agosto settembre nero, tratto dall’album Arbeit macht frei degli Area, uscito nel 1973. La versione proposta dai Radiodervish è meno militante, meno canto di battaglia, e più lirica, quasi sacrale. L’inciso in arabo è diverso rispetto all’originale: non arriva all’inizio, ma a metà brano, ed è rivisto per raccontare del genocidio in corso a Gaza e in Palestina. Un coro di voci bianche, alla fine, ripete il verso “giocare col mondo facendolo a pezzi”, instillando un misto di commozione e di rabbia. Segue Le temps de vivre, brano di Georges Moustaki, colonna sonora dell’omonimo film francese e interpretato originariamente da Henia Ziv – pezzo che contiene la delicatezza e la poesia tipica della chanson française alla Leo Ferrè. Il terzo maestro omaggiato è Franco Battiato, con una versione de La stagione dell’amore fedele all’elettronica originale, impreziosita dagli archi orchestrali nell’epilogo. Arriva poi il momento di Idir, cantautore berbero scomparso nel 2020, e della sua Porquoi cette pluie. Il brano, il cui testo fu scritto da Jean-Jacques Goldman, risale al 2002, epoca di attacchi alle sinagoghe e alle scuole ebraiche, e di imminenti elezioni presidenziali in Francia. In un periodo di incertezza e paura, i due affidarono a questo pezzo, che unisce i tratti della canzone francese agli incisi world, un racconto di lacrime umane, quasi fosse una chiamata all'empatia generale. Il brano, tra l'altro, fu anche uno degli approcci con la lingua francese di Idir, che in vita diffuse principalmente la musica berbera, della sua Cabilia.
A chiudere il lavoro, l’incisione, per la prima volta in un disco, di Giorni senza memoria, brano in precedenza registrato solo sottoforma di videoclip. Nel testo, vengono ricordati e nominati diversi genocidi, da Hiroshima e Nagasaki, agli armeni, fino ad arrivare alla follia dei khmer rossi in Cambogia, dei campi di concentramento e dell’occupazione israeliana delle terre palestinesi.
Le egemonie culturali e le lotte di potere hanno soffocato le contaminazioni tra i popoli del Mediterraneo. Questi quattro artisti cantati dai Radiodervish, in questi tempi di guerra e genocidio, meritano una riscoperta, e possono fornire un contributo emozionale importante. Dobbiamo essere grati ai Radiodervish per questo lavoro, e cercare di tenerlo come faro per la mobilitazione delle coscienze di ognuno. Affinché il cambiamento possa derivare dalla somma delle azioni dei singoli.
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La recensione Cuore meridiano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-08 10:00:00
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