blue27
lucebuio 2024 - Alternativo, Pop punk, Hyperpop

lucebuio

blue27 fa convivere la malinconia del buio con la rabbia che dona spiragli di luce, in un brano scritto per essere suonato e ascoltato dal vivo, in un rituale catartico collettivo

La luce non è, per forza, l’opposto del buio: anzi, forse l’equilibrio si trova proprio in una zona duale e intermedia, un chiaroscuro dove entrambi possono convivere pacificamente. È questa l’idea alla base di lucebuio, il nuovo singolo del cantautore marchigiano blue27. Carlo Mancini all’anagrafe, e con un moniker che è un omaggio al suo colore preferito e al celebre Club 27, l’artista torna a pubblicare un singolo inedito a qualche mese di distanza da Cianotipia, il primo album in studio rilasciato a Gennaio.

Tanto dal punto di vista generazionale, quanto da quello del sound, blue27 appartiene musicalmente alla wave indie meno purista e più contaminata. Quell’onda in cui i testi sono meno didascalici e quotidiani e più metaforici, in cui iniziano ad essere sdoganati e frequenti la presenza dell’autotune e la commistione con la trap e l’hyperpop. E, con coerenza, lucebuio è un brano figlio di queste premesse.

La strofa parte su tonalità basse, con ritmiche alla Carl Brave – gli anni migliori li ho persi per giorni, gli anni peggiori li ho presi di petto, recita il testo, introducendo la malinconia del buio. L’ottava si alza nel pre-ritornello: scusa se ti tengo ancora tra le mie rapide / scusa se poi finiremo sotto una lapide – questo è il bridge che prepara all’esplosione dell’inciso, dove subentra la rabbia, che invece dona spiragli di luce. La carica emotiva con cui vengono gridate le frasi del testo e il beat della produzione ricordano i primi singoli di Fasma, e riescono a far immergere chi ascolta nel vortice duale e contradditorio di blue27, dove regna il nichilismo sadico.

lucebuio è un brano catartico, un inno alla convivenza di due tipi di emotività apparentemente opposte – la malinconia e la rabbia, l’inerzia e il moto estremo. Il sound non apporta parecchi elementi innovativi entro l’universo cui appartiene, ma non è questa l’intenzione alla base del brano. È, a tutti gli effetti, un pezzo scritto per essere suonato e ascoltato dal vivo, pensato per avere l'occasione di incanalare la propria rabbia e la propria malinconia in un rituale collettivo, da cui uscirne un po’ più liberi.

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