Non saprei come definire la musica dei Golf Clvb se non come new wave. Certo, una definizione più che generica: new wave, infatti, può voler dire un sacco di cose. Ma è proprio una molteplicità di espressioni musicali a stare all’origine, per poi fondersi e creare il suono della band sarda.
Un album d’esordio registrato in cinque giorni in cui le aperture, i giri di chitarra, gli stacchi, le variazioni ritmiche, le estensioni del sinth e gli impasti vocali creano nove episodi variegati. A volte accostabili a certi echi Jane’s Addiction (“Blow away”, “Autostop”), soprattutto per l’uso della voce – che, fra le altre cose, è l’elemento meno convincente - delle altre avvicinabili a degli Arcade Fire privati della loro componente mistico-sacrale, altre ancora rivestiti da panni semi-grunge (“Sheepdog”). Fra i pezzi più riusciti, comunque, ci sono “All is gone” e sicuramente “Edison at home”, traccia, quest’ultima, che allieta con una trama delicata e lievemente tesa, ricreata da secchi tocchi di batteria e da un riff ammaliante.
Un gruppo che già dal primo lavoro si rivela musicalmente ineccepibile e sufficientemente fantasioso: capace di intrattenere senza mai annoiare.
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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-03-23 00:00:00
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