Un cane dagli occhi neri che ci dice che l’amore è un cane (un altro?) che arriva dall’inferno; e in copertina e in giro per il disco c’è un bel gatto bianco. Questo il lavoro di Fabio Parrinello, Black Eyed Dog appunto, nuova proposta targata Ghost Records.
Sempre insistendo sul nome: non vi dice niente? Sì, è una canzone di Nick Drake, e non è l’unico tributo che il songwriter di Varese (trapiantato a Palermo dopo numerose escursioni all’estero) fa al malinconico cantore che ben conosciamo: compare addirittura un esplicito ed accorato appello (“Careless”) ad una “luna rosa” ancora una volta di drakiana memoria, insieme alle corde acustiche leggere, ma anche graffianti, quando vogliono. E nonostante la luna rosa sia portatrice di sventura (saggezza cinese docet), Black Eyed Dog le chiede di prendersi cura di lui. Questa notte e nelle notti successive, che fanno da sfondo a ballate di distruzione, ali spezzate qua e là e ragazze dagli occhi blu, sempre con un vibrato delicatissimo che più espressivo non si può, che da Devendra Banhart passa da Seattle e attraversa quello strano impasto che sa di tabacco, di Eddie Vedder e Kurt Cobain. Senza lasciare tappe obbligate come Elliot Smith, o Bright Eyes.
Si sente che ha viaggiato, Fabio, tra U.S. e U.K. Si sente, perché sceglie un pezzo bellissimo come “Masks and Needles” per aprire ed aprirsi, prendere per mano folk, country, chitarre del sud che, come capita in certi pezzi di Sufjan Stevens, sembra di sentire i campanelli delle vacche, e portarli, tutti, in giro per il mondo. In giro a raccontare storie. Mettendoci in mezzo anche il piano, limando sempre di più i suoni, rendendoli raffinati e a tratti estremamente sensuali, per poi farli più aggressivi, come un ubriacone temerario che non ha paura di nulla, almeno di notte.
Non poteva mancare la ballata in tre quarti, con i piatti che scandiscono tempo e respiri. Non mancano nemmeno le armoniche e le classiche atmosfere da cantautore maledetto e malinconico, le stesse che abbiamo scomodato anche per Will Oldham, Calexico, o Tom Waits. Ma sotto questa sfilza di eredità, certune anche difficili od ingombranti, si nasconde un talento che colpisce alla prima prova e che, in futuro, saprà costruirsi i suoi simboli ed i suoi segnali. E saprà scegliersi, perché no, la sua luna protettrice.
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