Un grunge revival disperato e moderno che conquista al primo ascolto.
L'EP omonimo dei Grida, band di Modena, è un lavoro di sei brani che si nutre delle sonorità anni '90, riuscendo a rendere omaggio a quell'epoca senza risultare una mera imitazione. Le prime note di chitarra de "La Scatola" sono come una capsula del tempo: ci catapultano direttamente nella Seattle dei tempi d'oro, tra il grunge viscerale dei Nirvana e quello più oscuro e malinconico degli Alice in Chains, ma con un tocco personale che li allontana dall'essere un semplice tributo. La band si muove abilmente tra queste influenze, evocando anche il suono degli Afterhours di Germi, con ritornelli potenti e distorsioni che lasciano il segno.
I Grida, però, non si limitano solo al grunge. "Sarai Città" porta un tocco di pop-rock moderno che riequilibra il peso delle chitarre con un approccio più orecchiabile, avvicinandosi a sonorità che richiamano band come i Verdena, mentre "Anima" esplora territori crossover con sfumature che possono ricordare i Rage Against the Machine per l'energia ibrida tra rap e rock.
La chiusura dell’EP riprende il grunge più autentico con "Serpe", un brano grezzo e aggressivo che potrebbe far pensare ai primi Pearl Jam, e "Centofiori", una traccia esplosiva che chiude alla grande un lotto di brani con pochi punti deboli.
Quello dei Grida è un EP che, pur navigando tra sonorità ben definite e nostalgiche, riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo. Gli amanti del rock anni '90 e delle sue molteplici declinazioni troveranno in questo lavoro una gradita sorpresa, che riesce a essere un revival genuino ma anche credibile, con la giusta dose di modernità e disperazione.
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La recensione GRIDA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-09-21 09:42:57
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