Rap e letteratura indagano con sguardo attento il reale (e il virtuale) della nostra modernità.
"Una vita in tour" è il terzo estratto dal disco Il Settimo Cielo di Beart, rapper originario di Riccione, e si conferma come uno delle uscite più interessanti della scena contemporanea di quest'anno solare. Il pezzo è liberamente ispirato al capitolo 15 de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, in cui si racconta di un geografo che vive attraverso le esperienze di viaggio degli altri. Beart rilegge questo episodio in chiave moderna, creando un parallelismo tra la vita del geografo e la nostra esistenza odierna, in cui i social media ci portano a vivere in modo quasi passivo le vite altrui, sognando e osservando il mondo attraverso gli occhi degli altri.
Il brano si distingue per la sua energia e per l'innovativa fusione tra flamenco e rap, un mix irresistibile che si adatta perfettamente ai gusti della generazione attuale. La base musicale, fresca e ballabile, rende "Una vita in tour" immediato e coinvolgente, catturando l'attenzione fin dal primo ascolto. Beart riesce a rendere il suo messaggio accessibile e diretto, affrontando un tema complesso con ritmo e leggerezza.
Il sound risente di influenze internazionali che che miscelano rap e latin-pop, fusione che ricorda l'approccio di artisti come Rosalía e il rap energico di artisti come Bad Bunny, con la sua capacità di intrecciare ritmi latini a testi urban.
La componente rap di Beart risente anche delle influenze di rapper italiani come Salmo, per l'attitudine dinamica e l'energia live, ma anche di artisti internazionali come Kendrick Lamar, che inserisce spesso riflessioni profonde in testi apparentemente semplici. Il risultato è un brano fresco, ma anche carico di riflessioni sui nostri tempi e su come viviamo la nostra realtà filtrata dai social media.
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La recensione Una vita in tour di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-09-17 06:31:09
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