Dopo un sonno leggero tra frammenti di luce mi sveglio in atmosfere anni ottanta, con ispirazioni morbidamente new wave e introspezione calma, trapezi dai contorni affatto limpidi. Giorgio Maggiore guarda al lato più chiaro dei Cure, alla poesia eterea dei Cocteau Twins sommata a sonorità da cantautore introverso con voce profonda, canta suona e interpreta ogni pezzo da solo e, nonostante la presenza di spunti validi, il lavoro nel complesso risulta estremamente acerbo. La registrazione in analogico non aiuta e i brani appaiono slegati, con suoni poco omogenei e una batteria che spesso non riesce a tenere il tempo come dovrebbe. Una realizzazione casalinga che necessita di molte cure per diventare un prodotto discreto e trasformare buone intenzioni in un vero album.
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La recensione I colori che cambiano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-05-22 00:00:00
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