Marco BertoniMy easy piano pieces ( A ridiculous legacy)2024 - Strumentale

My easy piano pieces ( A ridiculous legacy)precedente

Sedici pezzi facili per Marco Bertoni.

Su e giù lungo la tastiera di un pianoforte. Uno slalom tra tasti bianchi e neri. Una sana abitudine. O meglio: una storia (d’amore) che Marco Bertoni ha inseguito sin da ragazzino, da quando suonava nella propria stanza sfidando gli umori dei vicini di casa. Il resto è storia più o meno nota: la dirompenza dei Confusional Quartet, le collaborazioni con Carmelo Bene, Kathy Berberian, Demetrio Stratos, Lydia Lunch, Bobby Gillespie, Paolo Tofani… Largo all’avanguardia!

Le melodie che Bertoni ha composto nel corso degli anni hanno poi trovato sfogo tra le più disparate direzioni, fino a ritrovarle, trasfigurate, stravolte, alterate, nell’ambito dei vari progetti dei quali è stato protagonista (ripassare l’elenco di cui sopra, please). Melodie che ora tornano all’origine, ritrovano la propria nudità, la loro essenzialità grazie a My Easy Piano Pieces, sedici viaggi (più ghost track) sghembi, allegri, solenni, andanti con brio, incastonati tra odi al futurismo, al minimalismo, carezze alla musica contemporanea, con i numi tutelari di Nino Rota ed Erik Satie a osservare dall’alto.

Il pianoforte è il protagonista assoluto dell’album, se si esclude la ghost track, animata da un cameo toccata e fuga dei piatti di Gianni Cuoghi (Confusional Quartet, Gaznevada, Neon), ebano e avorio vivono in perfetta armonia tratteggiando brevi e fulminanti affreschi registrati nell’arco di un pomeriggio al Conservatorio di Bologna. Poco meno di mezz’ora di musica: schegge veloci, divertissement che potrebbero ricordare le colonne sonore di chissà film muto d’antan. Non poteva mancare Volare(che, per l'occasione, diventa Volareee), ovvero la cover stralunata di Nel blu dipinto di blu realizzata dai Confusional Quartet nel 1980, e nemmeno qualche riferimento al passato prossimo (Why Did I Call You Out e The Imminent Stampede arrivano da Wrong Ninna Nanna, uscito nel 2020). Più di quarant’anni condensati dal suono di un pianoforte, un booklet attraversato dagli interventi poetici (anch’essi stralunati) di Franco “Bifo” Berardi i video girati di Filippo Janez, erede di casa Bertoni: My Easy Piano Pieces non potrà che sorprendervi.

---
La recensione My easy piano pieces ( A ridiculous legacy) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-10-23 12:12:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia