Jaèn batte il nervo del pop elettronico finché è caldo, si autoproclama musa mentre in sottofondo imperversa la techno
La durata è delle più stringate, di quelle perfette per l'estrazione chirurgica di una buona porzione di brano per la promozione sui social. Due minuti spaccati, come richiede il mercato odierno del pop elettronico. Nel rispettare queste regole crudeli Jaèn cerca di fare il suo, batte il nervo finché è caldo, fino a quando le orecchie continueranno ad essere appagate da queste casse dritte glaciali su cui si intervallano testi di affermazione, di sé, del proprio status, del proprio personaggio.
Jaèn, nome d'arte di Giulia Gherardi, cerca di affermarsi come musa di qualcuno. Invertendo il canone che vede l'artista bisognoso di una figura a cui ispirarsi, è lei stessa, col suo nuovo singolo - MUSA, per l'appunto -, a chiedere ad un "tu" forse troppo generico, di essere fonte creativa, mentre in sottofondo la produzione del duo NoSaintz imperversa senza sosta in una pioggia di colpi.
Il gioco di MUSA funziona abbastanza bene, pur rimanendo molto ancorato al concetto di esercizio di stile. Un esercizio ben eseguito, a cui sarebbe servito uno sviluppo più profondo per fare davvero la differenza. Le basi messe sono buone, noi aspettiamo la crescita di Jaèn.
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La recensione MUSA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-10-18 11:55:00
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