Mechanical Dreams reitera che un cantautore onirico che viene dal prog e un dj techno possono dar vita a brani artisticamente molto interessanti: attenzione a non renderli troppo prevedibili
Mechanical Dreams è il titolo del secondo album in studio dei Dream Made Before, un progetto di musica elettronica e dance, attivo ormai da tre anni. I due componenti del gruppo presentano origini e background musicali diversi, che a tratti sembrano quasi ossimorici. Da un lato c’è Inhumind, voce e poeta, che proviene dal cantautorato, dal prog, e che nella sua carriera ha scritto testi onirici, quasi psichedelici. Dall’altro, J_ulio, dj cresciuto sui palchi techno di impronta berlinese.
Mechanical Dreams è un disco che contribuisce a dimostrare come questi due universi possano pacificamente convivere, generando un’opera artisticamente interessante. È un album concettuale, tanto dal punto di vista dei testi, spesso sussurrati, con parole mai scandite, quanto da quello dei suoni, che a tratti appaiono disturbati, disturbanti, con riverbero ed eco. Viene in mente Marilyn Manson e vengono in mente certe strofe dei Muse, mentre si ascolta l’album, trovandosi in sonorità contorte e sospese.
La title track, che arriva a metà della scaletta, è il manifesto programmatico del disco. La voce è lontana, i suoni sono onirici, spettrali: quando sembra che il brano stia per aprirsi, ecco che la produzione rimane ovattata, con un uso calibrato del riverbero. È il brano migliore, che catapulta chi ascolta all’interno di questi sogni meccanici. Allo stesso modo, la traccia di apertura, Svenami, unica in italiano, si districa tra un testo intenso (rinnegami, adorami, sorprendimi) e un drop martellante interrotto da uno special strumentale più carico: un'altra canzone che mette in luce come quest’unione di identità così diverse riesca a creare qualcosa di credibile.
L’album scorre tra brani interesssanti come Orphein, che ricorda una dance anni ottanta rivisitata in chiave contemporanea, dove il cantato arriva a sfiorare lo spoken word; Liquid love, con un post ritornello ipnotico; Morning star, brano più rarefatto, quasi un interludio analogico che rassicura e tranquillizza. Allo stesso tempo, ci sono però alcuni pezzi dai drop un po’ prevedibili, come Behind the door o You’re taking me down.
L'idea alla base dei Dream Made Before è originale e funziona: Mechanical Dreams ne è un'evidente prova. Per il futuro, sarà importante una costante ricerca dei suoni, dai drop fino alle strumentazioni utilizzate, per riuscire a mantenere alta l'attenzione di chi ascolta.
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La recensione Mechanical Dreams (Full Album) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-06 13:24:00
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