Lezioni di country western dai Lovesick.
Qualcosa è cambiato. A partire dalla ragione sociale. I Lovesick non sono più un duo, nonostante nell’immagine di copertina campeggino i soli Francesca Alinovi e Paolo Roberto Pianezza: Alessandro Cosentino è entrato a far parte della famiglia Lovesick a tutti gli effetti, portando in dote il suono del violino, oltre a dare man forte alla batteria e in fase compositiva. Non è finita qui: Remember My Name è il primo album dell’ormai trio a non passare attraverso le forche caudine dell’autoproduzione: l’egida è quella dell’etichetta francese Rock’n’Hall, che ha spedito i tre a registrare a Los Angeles, tra le mura dello studio North Hollywood di Fabrizio Grossi, con quest’ultimo nelle vesti di produttore artistico (Alice Cooper, Joe Bonamassa, George Clinton, Steve Vai, Ice T…). Una roba grossa, insomma, logica conseguenza di anni passati a macinare chilometri allo scopo di raggiungere i palchi dei Festival di tutto il mondo o giù di lì, ricevendo in cambio stima e ammirazione dagli addetti ai lavori nonché gli applausi di pubblico ormai fidelizzato e adorante (dare un’occhiata ai social, please).
Cambiano le cose ma il riferimento principale dei Lovesick rimane lo stesso: gli Stati Uniti, la sua tradizione musicale, il country, il folk delle zone rurali. “È la musica che amiamo – dicono loro –, che ci fa battere il cuore”. Ma il viaggio a Los Angeles è servito anche a cambiare prospettiva, a spostare la direttrice in direzione più propriamente country western, non disdegnando puntatine in bilico tra swing, blues, rock’n’roll. Magia della California, o, più che altro, di una consapevolezza maturata col tempo.
Nessuna sorpresa se gli undici pezzi allineati nell’album sono colorate di brio, di freschezza, se viaggiano a mille all’ora in equilibrio tra acustico ed elettrico. Le influenze rock’n’roll giocano la loro parte (come in Goin’ Back for More o in Blue Skies), ma non è solo una questione di energia: l’America dei Lovesick è una terra nella quale convivono ballatone strappacuore (come You and I, Don’t Be Scared of the Dark), di potenziali colonne sonore di film rigorosamente on the road (The Rain), di lap steel guitar in libera uscita in odore di Hawaii (Kauai). Canzoni nate inseguendo stilemi ben consolidati, immersi in suoni che fanno capo alla tradizione popolare d’oltreoceano cara ai Lovesick, messi insieme con personalità, con l’intento di divertirsi e far divertire. Già, perché Remember My Name, oltre a essere suonato benissimo e a godere di una produzione parecchio stilosa, è un disco estremamente divertente.
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La recensione Remember My Name di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-01 19:32:00
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