Fare le cose con attenzione ai dettagli e rispetto della propria radice creative, fregandosene di dinamiche esterne: l'ideologia post-punk degli Helen Burns suona bene
Dalla terra di Trinacria arriva il disco d'esordio degli Helen Burns: l'autunno inoltrato è il contesto migliore per pubblicare "The Rain Caller", release licenziata da Alka Record Label su distribuzione Amuse.
Dieci tracce a rimpolpare il computo di una tracklist che vive fra ortodossia e sana intenzione di ridiscutere i crismi dei generi; oscillando fra questi due poli, i cinque siciliani animano il proprio post-punk contaminandolo con influenze alternative, indie e rock-oriented. La sensazione è di episodi che attraversano i decenni del terzo millennio in modo agevole, senza soluzione di continuità fra ritmiche serrate e passaggi dalle aperture più melodiche. In tale contesto compositivo, le parole restituiscono in forma concreta il concept dietro "The Rain Caller", che trova nella pioggia (e le sue bivalenze) l'elemento portante di ripensamenti in cui ogni persona può ritrovarsi, per elevare il songwriting a suggestioni empatiche.
Una pubblicazione di questo tipo risulta valida, con tutti gli elementi efficaci a prodigare recording sessions scevre da scivoloni di sorta. La sensazione è che Helen Burns se ne freghi serenamente delle tendenze del momento, di cosa può servire di più per "sfondare" sul piano discografico; è musica fatta per gusto personale, e per necessità di comunicare qualcosa, con una certa urgenza.
Va bene così, i prossimi sviluppi saranno attesi alimentando fiducia.
---
La recensione The Rain Caller di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-11-15 00:00:00
COMMENTI